Ci sarà anche il volto indigeno della Chiesa alla Gmg di Panama. Si stimano in oltre mille i giovani indigeni, provenienti da diverse parti del mondo, che prenderanno parte alla Giornata con Papa Francesco, che si svolgerà dal 22 al 27 gennaio 2019 nel Paese centro-americano. L’evento papale sarà preceduto dall’incontro mondiale della gioventù indigena (Imgi) che avrà luogo dal 17 al 21 gennaio, a Soloy, comarca indigena di Ngäbe-Bugle, che insiste nella diocesi panamense di David. Qui, meno di un mese fa sono arrivati i simboli della Gmg, la Croce e l’icona della Vergine Salus Populi Romani. Ad accoglierli sotto un vero e proprio diluvio tantissimi giovani, segno chiaro di un’attesa che cresce ogni giorno di più.
Incontro di fede. Promotori dell’Imgi i vescovi responsabili della pastorale indigena, che riunitisi a Chiapas in Messico nel 2016, dopo la Gmg di Cracovia, hanno voluto legare così questo incontro alla Gmg 2019. “All’Imgi parteciperanno un migliaio di giovani di varie popolazioni indigene. Insieme rifletteranno e celebreranno la loro fede in Cristo, a partire dalla ricchezza millenaria delle nostre culture. Sarà l’occasione – affermano i vescovi – per rispondere all’invito, lanciato ai giovani da Papa Francesco, ad
essere grati per la storia dei nostri popoli, coraggiosi di fronte alle sfide che ci circondano
e andare avanti pieni di speranza nella costruzione di un altro mondo possibile”.
Il logo. Tutti i significati dell’Imgi sono raffigurati nel logo dell’incontro che vede riuniti insieme, sotto una tradizionale capanna di paglia, i simboli della Croce, del cacao e del mais, di un camaleonte e delle radici che affondano nella terra.
“La Croce – fanno sapere dall’organizzazione – è il simbolo centrale della nostra fede cristiana, ci invita a impegnarci come giovani sull’esempio di Gesù, che è la pienezza della speranza per i nostri popoli. La capanna in paglia simboleggia l’unità della comunità che cammina insieme.
Il cacao e il mais sono i frutti sacri di molti popoli centro-americani. Siamo soliti prendere il cacao in momenti importanti della vita della comunità in uno spirito di solidarietà. Così ci sentiamo veri fratelli e sorelle, una sola famiglia. Le radici della pianta testimoniano il nostro rispetto per la Madre Terra che ci dà la vita e simboleggiano la grande storia dei nostri popoli. Il camaleonte ci ricorda il rispetto che dobbiamo al Creato nella sua diversità. Come giovani ci impegniamo a mantenere l’intima relazione con la creazione di Dio quale eredità dei nostri nonni”.
Nel solco della Laudato si’. Soloy, nella contea di Ngäbe-Bugle, è il territorio indigeno più vasto di Panama, piuttosto facile da raggiungere in auto anche se per le sue zone più interne e incontaminate occorrerà muoversi a piedi o a cavallo.
Ed è quello che faranno i giovani indigeni che in tal modo potranno godere delle biodiversità presenti nella valle di Jebai, nella “Cascada de la Tulivieja” e lungo le rive del fiume “Fonseca”. Dal 17 al 21 gennaio, nel solco della Laudato si’, i pellegrini dell’Imgi, saranno impegnati in momenti di preghiera e ascolteranno testimonianze di giovani impegnati nella lotta per la salvaguardia delle terre e contro la cultura dello scarto. Realizzeranno murales per ricordare l’urgenza di preservare l’ambiente, visiteranno villaggi e grotte rituali, assisteranno a un rito tradizionale guidato dalla delegazione Maya e in un vivaio prepareranno 5000 piantine da seminare quando avrà inizio la stagione delle piogge. Sarà un incontro ecosostenibile, a impatto zero: “ai giovani pellegrini indigeni verrà dato un termos metallico da riempire nelle fonti e stazioni di acqua potabile. In questo modo non verranno usate bottiglie di plastica. Anche per il cibo sono pronti contenitori di ‘zucca’ e foglie di bijao in cui avvolgere le diverse pietanze. Si eviteranno così piatti usa e getta.
Un villaggio nativo nel cuore di Panama. Al termine del loro incontro a Soloy i partecipanti si trasferiranno a Panama per seguire il programma della Gmg e gli eventi papali. Questa volta non andranno nella capitale in cerca di migliori condizioni di vita, per sfuggire alla povertà o per studiare. A Panama i giovani indigeni organizzeranno, all’interno di un parco cittadino, un vero e proprio villaggio nativo, con prodotti di artigianato, musiche e danze. Sarà l’occasione per mostrare, “con orgoglio”, a tutti i giovani del mondo, la loro cultura e la loro fede. A dispetto di chi, ancora oggi, li considera invisibili.
0 commenti