Pubblichiamo la lettera giunta in redazione da parte del segretario pastorale della Chiesa di San Benedetto Martire, Marco Albertini, a nome della comunità parrocchiale
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non si saluta un sacerdote che parte solo per buona educazione. Né la gratitudine espressa proviene da un senso di riconoscenza per quello che un uomo ha fatto in mezzo ad altri uomini.
Il sacerdote non è un impiegato che “lavora” in un ufficio. Egli è testimone di vita, fratello e padre nella grande famiglia che è la Chiesa di Cristo.
Non è un funzionario di una Onlus ma un ministro di Dio, segno e strumento della sua Grazia e della sua Parola, per guidare gli uomini verso la Vita eterna.
Pur indegno e spesso inadeguato, vive in funzione di questa missione, ben superiore alle sue umane capacità. Egli si rende strumento della Sua presenza, non per scelta né tantomeno per merito ma per vocazione e per chiamata.
Dire grazie ad un sacerdote è innanzitutto dire grazie a Dio per essersi preso cura del suo gregge attraverso una persona, un volto, una voce e un cuore ben precisi.
Carissimo don Tommaso consentici dunque di porgerti un vero grazie di cuore per aver mostrato alla comunità parrocchiale di San Benedetto Martire il vero Volto di Cristo, povero, obbediente, umile e generoso. Tu ci ha fatto apprezzare concretamente il valore della preghiera, attraverso l’Adorazione Eucaristica mensile, la recita quotidiana del Santo Rosario, l’importanza della partecipazione alla Santa Messa soprattutto quella quotidiana.
Non ti sei mai risparmiato su questo: se c’era da celebrare una Messa in più lo facevi, trasmettendoci l’immenso valore che ha ogni Messa davanti a Dio. Ci hai insegnato che il tempo è segretamente ritmato dal Sacrificio di Cristo; che, in tutto il mondo, ogni secondo l’Ostia consacrata viene presentata al cospetto della Maestà del Padre; che è l’unica cosa che Lo commuove fino alla consumazione dei secoli e che non Lo fa stufare ancora degli uomini, della nostra malizia ed arroganza, dei nostri continui rinnegamenti e tradimenti.
La Madonna Immacolata, a cui siamo legati con voto perpetuo, è sicuramente contenta di come è stata onorata e valorizzata, con novene di alto profilo spirituale, e con la “ciliegina” devozionale dell’Infiorata, che speriamo venga ripetuta anche dopo di te perché, nel prepararla, abbiamo capito che lavorare per la gloria del Signore rende le persone più gioiose e più unite tra di loro.
Anche gli altri “tesori spirituali” della nostra comunità: il Santo Martire Benedetto ed il Venerabile Padre Giovanni dello Spirito Santo, sono stati da Te felicemente proposti alla devozione dei fedeli, come testimonia la sempre più partecipata processione per le vie della città dietro la statua del Santo Patrono e con la recente introduzione del triduo di preghiera al giovane Padre passionista.
Rimanendo in mezzo a noi tre anni come Cristo nella sua esperienza terrena, anche Lei è stato segno di contraddizione affinchè venissero svelati i pensieri di molti cuori: davanti alla sua proposta di fare qualcosa insieme per Gesù, ognuno di noi ha dovuto mostrare quello che aveva dentro, venendo così giudicato.
Ti chiediamo scusa se non siamo riusciti a valorizzare appieno le tue doti di umanità, la tua pazienza e bonomia, la tua umiltà e disponibilità a stare vicino e a dare una buona parola a chiunque te lo chiedesse. A nome di tutti, ti chiedo perdono per le nostre meschinità e le nostre durezze di cuore!
Chi ti ha conosciuto nel profondo, sa che hai portato Cristo anche nei posti dove la Sua luce normalmente non riesce ad entrare, a rendere familiare la figura del prete che, oggi purtroppo, gira anonimo senza portare i segni visibili della sua appartenenza a Cristo. Anche queste persone, che fanno fatica ad entrare in chiesa, ti dicono grazie, perché hai riaperto loro una speranza di salvezza, perché hanno saputo che Dio è ancora oggi in cerca della pecorella smarrita.
Non voglio dilungarmi oltre, voglio solo dire: Grazie allo Spirito Santo per la novità di Don Tommaso! Grazie perché è stato segno di Cristo in mezzo a noi e perché è stato come Lui un vero amico, fratello e padre.
Per questo vogliamo rivolgere a nostro Signore una preghiera per te, Don Tommaso, e per noi: per te, perché ti protegga e ti renda sempre più conforme al Figlio Suo; per noi, perché aumenti la nostra coscienza di peccato per sentirci sempre più bisognosi del Suo Amore, senza il quale, è bene ricordarcelo sempre, né tu, né noi, possiamo fare niente di buono.
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