Nel corso del suo intervento a Strasburgo sugli Itinerari culturali del CdE, il card. Bagnasco ha sviluppato una riflessione sul progetto di integrazione Ue: in particolare l’integrazione economica ha contribuito “alla pace e all’unità tra le nazioni del continente” e “ha permesso un vero progresso dei nostri popoli. Tuttavia ci accorgiamo sempre di più che essa non basta, anzi, l’integrazione economica stessa, se mal regolata, può diventare talora fonte di nuovi e insidiosi conflitti. Ugualmente, non basta l’idea di rafforzare l’unità attraverso l’adozione di regole o standard comuni. L’Europa è una comunità costituita da popoli e culture variegate, eppure legate da una storia condivisa, nella quale il cristianesimo ha giocato un ruolo decisivo. Essa è di fatto una comunità di destino, e il futuro della sua integrazione passa necessariamente dalla capacità di mettere in dialogo, in forma creativa e aperta al futuro, le culture che la compongono”. Il presidente Ccee ha poi osservato: “Vorrei aggiungere che gli itinerari culturali rappresentano un’opportunità anche per la Chiesa cattolica. Per sua natura universale, la Chiesa conosce bene la vocazione a coniugare unità e diversità. Conosciamo bene il valore del locale, l’attaccamento alle nostre terre, della cui identità le comunità cristiane sono spesso le custodi”.
“Talora tuttavia questo radicamento può comportare il rischio di chiuderci in noi stessi. E allora uscire, mettersi in viaggio è salutare. Non è forse un caso”, ha spiegato Bagnasco, “che l’esperienza del pellegrinaggio abbia caratterizzato la vita di numerosi santi – basti pensare a Francesco d’Assisi e a Ignazio di Loyola – e sia stata intrapresa in molte epoche storiche in particolare da giovani, come un richiamo ad uscire dall’ordinario, dalla piatta banalità, per puntare in alto e mettere in gioco se stessi fino in fondo per il Vangelo”. “Sul piano più generale, l’adesione della Santa Sede all’Accordo parziale, ne siamo convinti, potrà offrire più di un contributo originale agli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Anzitutto potrà fornire un’occasione propizia per un ulteriore coinvolgimento delle istituzioni cattoliche: parrocchie, diocesi, istituti religiosi, nella valorizzazione degli Itinerari, attraverso la promozione di iniziative culturali, l’offerta di ospitalità, la cura per la dimensione di accoglienza e accompagnamento spirituale di turisti e pellegrini nei molti siti religiosi che si trovano ad essere parte dei diversi itinerari”.
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