MONTEPRANDONE – Proseguono a Monteprandone i festeggiamenti in onore di San Giacomo della Marca.
Mercoledì 28 novembre, alle ore 11.30, si è tenuta la solenne celebrazione presieduta da padre Ferdinando Campana che durante l’omelia ha affermato: “Carissimi fratelli, quando ho visto che il Vescovo Bresciani non poteva essere presente oggi, ho cercato di pensare cosa ancora potessi dire su San Giacomo della Marca. Ho scritto circa 50 pagine – dopo un attimo di pausa – non è così, state tranquilli, sarò più sintetico. Però quante cose potremmo dire su di lui.
Questo ragazzo di Monteprandone nasce da una famiglia che stava abbastanza bene, anche se è cresciuto pascolando pecore e porci.
Da un ragazzo che doveva essere un pecoraio, diventando adulto si è invece misurato con le più grandi nazioni d’Europa.
San Giacomo ha studiato da uno zio prete ed ha poi raggiunto il vertice della carriera dal punto di vista umano. Ha saputo sfruttare le energie che il Signore gli aveva donato.
San Giacomo cosa ne ha fatto?
Le ha messe a servizio per il regno di Dio. Quando Giacomo entrò in crisi, aveva poco più di 20 anni e quel venerdì Santo sulla Verna, la sua vita prese un’altra direzione.
Se non l’avesse presa, oggi, noi non saremmo qui.
San Giacomo è riuscito ad imprimere un segno che è rimasto indelebile. Giacomo scelse di diventare frate Francescano e fu vestito da Bernardino da Siena. Quella amicizia segnò la sua vita, perché, quando ci si trova vicino a dei giganti nella fede non si può rimanere indifferenti.
San Giacomo fu una vera autorità morale e quello che lui ed altri Santi hanno realizzato parla anche al nostro tempo.
I suoi sermoni trattavano quasi sempre temi sociali della vita ordinaria della gente. Sappiamo molto bene come ha combattuto contro l’usura e l’ingiustizia economica.
Ha saputo ispirare i monti di pietà. Non si è limitato alle invettive ma si è inventato delle possibili soluzioni per aiutare i più poveri che avevano bisogno di un sostegno concreto. A Fabriano, portando un altro esempio, fece istituire l’ospedale. San Giacomo è stato capace di capire i problemi e di dare risposte concrete. È stato un gigante a livello spirituale e umano. Avremmo anche oggi bisogno di uomini come San Giacomo”.
Mercoledì 28 novembre, alle ore 11.30, si è tenuta la solenne celebrazione presieduta da padre Ferdinando Campana che durante l’omelia ha affermato: “Carissimi fratelli, quando ho visto che il Vescovo Bresciani non poteva essere presente oggi, ho cercato di pensare cosa ancora potessi dire su San Giacomo della Marca. Ho scritto circa 50 pagine – dopo un attimo di pausa – non è così, state tranquilli, sarò più sintetico. Però quante cose potremmo dire su di lui.
Questo ragazzo di Monteprandone nasce da una famiglia che stava abbastanza bene, anche se è cresciuto pascolando pecore e porci.
Da un ragazzo che doveva essere un pecoraio, diventando adulto si è invece misurato con le più grandi nazioni d’Europa.
San Giacomo ha studiato da uno zio prete ed ha poi raggiunto il vertice della carriera dal punto di vista umano. Ha saputo sfruttare le energie che il Signore gli aveva donato.
San Giacomo cosa ne ha fatto?
Le ha messe a servizio per il regno di Dio. Quando Giacomo entrò in crisi, aveva poco più di 20 anni e quel venerdì Santo sulla Verna, la sua vita prese un’altra direzione.
Se non l’avesse presa, oggi, noi non saremmo qui.
San Giacomo è riuscito ad imprimere un segno che è rimasto indelebile. Giacomo scelse di diventare frate Francescano e fu vestito da Bernardino da Siena. Quella amicizia segnò la sua vita, perché, quando ci si trova vicino a dei giganti nella fede non si può rimanere indifferenti.
San Giacomo fu una vera autorità morale e quello che lui ed altri Santi hanno realizzato parla anche al nostro tempo.
I suoi sermoni trattavano quasi sempre temi sociali della vita ordinaria della gente. Sappiamo molto bene come ha combattuto contro l’usura e l’ingiustizia economica.
Ha saputo ispirare i monti di pietà. Non si è limitato alle invettive ma si è inventato delle possibili soluzioni per aiutare i più poveri che avevano bisogno di un sostegno concreto. A Fabriano, portando un altro esempio, fece istituire l’ospedale. San Giacomo è stato capace di capire i problemi e di dare risposte concrete. È stato un gigante a livello spirituale e umano. Avremmo anche oggi bisogno di uomini come San Giacomo”.
Padre Campana ha chiuso il suo discorso citando il discorso di San Giacomo al funerale di San Bernardino da Siena: “O padre mio benigno, ricordo quando al noviziato nel convento della Verna mi tagliasti la prima tunica; ricordo quando dalle Marche venni a Prato a sentire la tua predicazione e volevi che io facessi sempre colazione con te; ugualmente ricordo quando mi scrivesti affinché ti inviassi una lettera di consolazione a motivo delle grandi persecuzioni e così feci; ugualmente ricordo che scrissi al papa e ai cardinali [in tua difesa] a motivo delle molte critiche; ugualmente ricordo quando ti accompagnai nelle Marche e ambedue andammo per l’elemosina e mangiammo insieme lungo la strada e ci venne a mancare il vino; ugualmente ricordo che quando tu predicavi a Massa ed io [predicavo] a Siena mi hai inviato alcuni donativi ed io incaricai i tuoi colleghi a portarti delle tinche del lago di Perugia; ugualmente ricordo che nel conventino della Capriola (presso Siena) volevi che io facessi sempre colazione nella tua celluzza; ugualmente ricordo quando in Siena ll/a Capriola venivi nella mia stanzetta e mi asportavi le pantofole dai piedi ed io mi opponevo ma poi facevamo colazione insieme; ugualmente ricordo quando nel convento di Assisi tu, il tuo compagno fr Vincenzo ed io andammo a mezzanotte a santa Maria degli Angeli in silenzio; ugualmente ricordo come in san Damiano, ove era grande turba di frati, mi prendevi per mano e mi ponevi alla tua destra; ugualmente ricordo che a Bologna nella processione del capitolo generale e in santa Maria degli Angeli mi volevi nel luogo dei dignitari di fronte al tuo compagno; ugualmente ricordo quando da Urbino mi facesti avvertire che mangiassi un po ‘ di carne perché altrimenti non avrei potuto proseguire nel lavoro evangelico; ugualmente ricordo quando mi insegnavi a predicare e a fare le esclamazioni; ugualmente ricordo quando tu, io e un amico prendemmo dei pesci nel lago di Perugia e li mangiammo insieme, e come nella mezzanotte sentendomi dire che dovevo andare a predicare a Todi, dalla mia camera venni alla tua per chiedere la benedizione e me la desti volentieri e partii e mai più i miei occhi videro il tuo volto,,. perché nella città di Aquila quella [tua] santa anima tanto si è affaticata nella evangelizzazione e per grazia di Dio è uscita da quel santo tabernacolo del suo corpo e si è unita all ‘eterno re in quel trionfale regno…”
La cerimonia si è conclusa con l’offerta dell’olio da parte del Sindaco di Monteprandone Stefano Stracci a nome dell’intera comunità.
Il programma di festeggiamenti proseguirà, sabato 1 dicembre, alle ore 15.30, nella sala dei Congressi di Sarnano con la XXI edizione del Premio San Giacomo della Marca. L’evento sarà accompagnato da un convegno dal titolo “Quando la chimica è utile e bella” curato del Circolo culturale Guardiamo al futuro, in collaborazione con le Università degli Studi di Macerata, Camerino e Perugia.
Ultimo appuntamento domenica 2 dicembre con la camminata “Alla scoperta del Museo dei Codici di San Giacomo della Marca”. Inserita nell’ambito del progetto “Sport senza età. Salute in Cammino” e curata da UsAcli Marche, Regione Marche, Fondazione Carisap e Asur Marche, partirà alle ore 9.30 nel Centro Storico Monteprandone.
0 commenti