“C’è il rischio che cresca sempre di più la polarizzazione politica e sociale” nell’avvicinarsi della data dell’uscita del Regno Unito dall’Ue. Lo denunciano i vescovi irlandesi in una nota su Brexit redatta nel corso dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale che si è svolta nei giorni scorsi a Maynooth. “L’ambiguità politica sta generando un comprensibile timore nelle famiglie, tra i datori di lavoro, e in particolare tra coloro che saranno più vulnerabili dagli esiti negativi di una mancanza di accordo”, scrivono i vescovi. L’appello è quindi “a tutti coloro che sono incaricati della pesante responsabilità di prendere decisioni politiche al servizio del bene comune”, perché lavorino “insieme per massimizzare la possibilità della certezza e dell’accordo”, andando “oltre l’interesse personale, di partito e persino nazionale”. “Gli obblighi dei governi irlandese e britannico in base all’Accordo del Venerdì Santo rimangono di fondamentale importanza” soprattutto in riferimento “ai diritti delle persone sull’isola”, si legge nella nota dei vescovi. I governi devono “agire in modo imparziale e nel rispetto degli interessi, delle aspirazioni e dei diritti di tutti” coloro che rientrano nell’ambito di applicazione dell’Accordo. “Indipendentemente dalla natura futura dei blocchi commerciali nel mondo”, interdipendenza, solidarietà e diversità pacifica dovranno “essere un segno distintivo essenziale delle relazioni tra le isole dell’Irlanda e della Gran Bretagna e il resto dell’Ue”.

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