SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ iniziata la prima fase del progetto di riqualificazione del Museo Ittico, la più antica sezione del Museo del mare della Città di San Benedetto del Tronto, fondato nel 1956 ed intestato ad Augusto Capriotti, scienziato sambenedettese di fama mondiale.
Grazie a 200mila euro del Fondo di sviluppo regionale – POR FESR 2018-2020 intercettati dall’Amministrazione comunale, si procederà ad una completa rivisitazione del museo per adeguarlo ai più moderni standard previsti per gli spazi espositivi nell’ambito di una concezione di “museo dinamico”.
Il progetto, curato dal Dirigente del Settore Lavori Pubblici arch. Farnush Davarpanah tramite il funzionario responsabile ing. Marco Cicchi con il contributo del Settore Cultura nelle persone del dirigente dr. Pietro D’Angeli della dott.ssa Anna Marinangeli, si svilupperà in due fasi: una di selezione e catalogazione dei reperti e una di realizzazione dei lavori per il nuovo percorso espositivo.
Oggi dunque i tecnici dell’Università di Camerino, con la quale il Comune ha stipulato un’apposita convenzione per un importo di circa 25mila euro, hanno iniziato il loro lavoro di analisi e precatalogazione dell’immenso patrimonio del museo per poi poter scegliere i pezzi che saranno esposti. Il lavoro del personale universitario consisterà poi nella redazione dei testi scientifici da utilizzare per i contenuti multimediali che arricchiranno gli spazi espositivi.
Poi inizierà la seconda fase, quella dei lavori negli spazi del “Capriotti” che dovrebbero partire in tarda primavera per concludersi entro l’anno.
“Il museo ittico è sicuramente una delle istituzioni più care ai sambenedettesi – dice l’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri – il fascino esercitato dagli esemplari di pesci provenienti da ogni parte del mondo ha catturato generazioni di concittadini e turisti di ogni epoca, sin dalla fondazione del museo. Era però indispensabile una rivisitazione in chiave moderna del percorso espositivo per adeguarlo alle mutate esigenze del pubblico anche con la presenza di supporti multimediali. Per questo – dice ancora Ruggieri – quando si prospettò l’opportunità di utilizzare questi fondi comunitari, non esitammo ad individuare proprio nella riqualificazione del museo ittico la loro destinazione”.
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