Le gelide temperature e le dure condizioni di vita a Rukban, al confine sud occidentale della Siria con la Giordania, stanno sempre più mettendo a rischio le vite dei bambini. In solo un mese, almeno 8 piccoli – la maggior parte con meno di 4 mesi e il più piccolo nato da solo un’ora – sono morti. A lanciare l’allarme è Geert Cappelaere, direttore regionale di Unicef in Medio Oriente e in Nord Africa: “A Rukban, dove l’80% delle circa 45.000 persone sono donne e bambini, il freddo intenso e la mancanza di cure mediche per le madri prima e durante il parto e per i neonati hanno acuito le già difficili condizioni di vita per i bambini e le loro famiglie”. Allo stesso tempo, nella Siria orientale, le dure violenze ad Hajin nell’area di Deir-Ez-Zor hanno causato lo sfollamento di circa 10.000 persone dallo scorso dicembre. Un viaggio che avrebbe causato la morte di 7 bambini – molti con meno di un anno di vita. “Senza servizi di assistenza sanitaria solidi e accessibili, protezione e rifugi – avverte Cappelaere -, molti altri bambini moriranno giorno dopo giorno a Rukban, Deir-Ez-Zor e in ogni altro luogo in Siria”. Morti “che avrebbero potute essere evitate”. L’Unicef chiede pertanto a tutte le parti in conflitto e coloro che esercitano un’influenza su di loro di garantire passaggi sicuri a tutte le famiglie alla ricerca di un luogo sicuro fuori dalle aree di scontro e di facilitare l’accesso all’assistenza medica salvavita per i bambini. La richiesta, inoltre, di facilitare urgentemente l’arrivo di un convoglio umanitario a Rukban con cliniche sanitarie mobili per distribuire aiuti e servizi salvavita.

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