In questi giorni, l’immagine che idealmente e concretamente ricorda di più il Conclave imminente, è la Cappella Sistina, così come viene descritta da Giovanni Paolo II nel 2003, nel suo poema “Trittico Romano”. Al centro della meditazione in forma poetica di Karol Wojtyla – ha ricordato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede nel briefing di oggi – c’è la contemplazione della Cappella Sistina, con un riferimento molto esplicito all’esperienza del Conclave.
Gli occhi di due Papi. Nell’introduzione della “Universi Dominici Gregis”, la Sistina viene descritta da Giovanni Paolo II come un luogo “ove tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato”. Nell’epilogo della seconda composizione del “Trittico romano”, Karol Wojtyla fa una meditazione contemplativa della Cappella Sistina, facendo riferimento esplicito all’esperienza del Conclave: “Tu es Petrus, a te conserverò le chiavi del Regno. La stirpe, a cui è affidata la tutela del lascito delle chiavi, si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina, da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato. Era così nell’agosto e poi nell’ottobre, nel memorabile anno dei due conclavi, e così sarà ancora, quando se ne presenterà l’esigenza dopo la mia morte”. L’introduzione al “Trittico Romano” è stata scritta da un altro Papa, allora il cardinale Joseph Ratzinger, che scrive: “Dagli occhi interiori del Papa emerge nuovamente il ricordo dei Conclave dell’agosto e dell’ottobre 1978. Poiché anch’io ero presente, so bene come eravamo esposti a quelle immagini nelle ore della grande decisione, come esse ci interpellavano; come insinuavano nella nostra anima la grandezza della nostra responsabilità. Porre queste chiavi nelle mani giuste: è questa l’immensa responsabilità in quei giorni”.
Tutto è pronto. “I lavori nella Cappella Sistina non sono ancora iniziati, ci sono ancora i visitatori nei Musei vaticani e nella Cappella”, ha detto padre Lombardi. Nella costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”, infatti, al n. 51 si legge che “sarà cura del Collegio cardinalizio” fare in modo che “tutto sia previamente disposto”: manca, dunque, il “mandato formale a curare i lavori”, che prima di lunedì 4 marzo, data della prima Congregazione generale, “non è previsto”. I tecnici del Governatorato vaticano, ha assicurato tuttavia il portavoce vaticano, “hanno già preparato tutto il materiale necessario, in modo tale che quando ci sia la decisione siano pronti a partire”. La segreteria di Stato, intanto, ha consegnato alla Camera apostolica i sigilli e l’anello del Papa, in modo che possano essere annullati.
Cardinali in arrivo. “A Roma risultano risiedere normalmente 75 cardinali, e fino ad oggi 66 cardinali che non risiedono a Roma hanno comunicato la loro residenza a Roma e sono arrivati”. Aggiornando i giornalisti sui numeri dei porporati che parteciperanno lunedì alla prima Congregazione generale, padre Lombardi ha precisato che “alcuni di loro arrivano nei giorni prossimi, altri stanno arrivando, altri ancora arriveranno anche dopo la prima Congregazione”. “Prima di lunedì alla prima riunione – ha informato il portavoce vaticano – non avremo un conto preciso. Ci saranno anche cardinali che non parteciperanno, elettori o non elettori, per motivi di salute o infermità. Lunedì verificheremo”.
Un clima di preghiera. Si attende il nuovo Papa “in un clima di preghiera”. Ad assicurarlo ai giornalisti è stato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, che nel briefing di oggi ha ricordato che, durante il periodo di Sede Vacante, nel canone della Messa non si fa la menzione della preghiera per il Santo Padre, e a Roma non si fa neanche la preghiera per il vescovo. Il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica vaticana, interpellato dal portavoce vaticano ha però reso noto che “tutte le sere, prima della messa nella basilica di San Pietro alle ore 17, si fa una preghiera specifica per il Collegio dei cardinali in preparazione all’elezione del nuovo Papa”, oltre alla professione di fede connessa all’Anno della Fede. Sempre a San Pietro, nella Cappella del Santissimo, c’è l’adorazione permanente dalle ore otto alle ore sedici di ogni giorno. In questi giorni, inoltre – ha informato padre Lombardi sulla scorta del card. Comastri – sono arrivate tre religiose contemplative dal Messico per l’adorazione permanente davanti al Santissimo, “proprio per pregare per la Chiesa e per l’elezione del Sommo Pontefice”.
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