“L’Ufficio del Revisore generale è l’Autorità Anticorruzione ai sensi della Convenzione di Mérida, in vigore per la Santa Sede e per lo Stato della Città del Vaticano dal 19 ottobre 2016”. È quanto si legge nel documento di Papa Francesco sul nuovo statuto dell’Ufficio del Revisore generale, in particolare nel paragrafo 3 dell’articolo primo. Il provvedimento è stato deciso dopo l’istituzione del Consiglio per l’Economia, con il Motu proprio Fidelis dispensator et prudens del 24 febbraio 2014 nel quale veniva creato l’ufficio del Revisore generale, cui “è affidato il compito della revisione contabile del bilancio consolidato della Santa Sede e del bilancio consolidato del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano”, si legge nel documento, datato 21 gennaio e pubblicato oggi. Compito di quest’ufficio è anche quello “della revisione contabile dei bilanci individuali annuali dei Dicasteri della Curia Romana, delle istituzioni collegate alla Santa Sede o che fanno riferimento a essa e delle amministrazioni del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano che confluiscono nei suddetti bilanci consolidati”. “Il Revisore generale riceve dalle persone che ne sono a conoscenza nell’esercizio delle proprie funzioni le segnalazioni su situazioni particolari connesse a: anomalie nell’impiego o nell’attribuzione di risorse finanziarie o materiali; irregolarità nella concessione di appalti o nello svolgimento di transazioni o alienazioni; atti di corruzione o frode”, si legge nell’articolo 7 dello Statuto. “Il Revisore generale analizza le segnalazioni e le presenta con una relazione a un’apposita commissione composta dall’Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, dal Prelato Segretario del Consiglio per l’Economia e dal Segretario della Segreteria per l’Economia. La commissione esamina le segnalazioni e, quando esse presentino elementi di fondatezza, le trasmette all’Autorità competente”. Con un’avvertenza: “Alle segnalazioni anonime non viene dato alcun seguito”.
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