Di Simone Incicco e Nicola Rosetti
DIOCESI – Lunedì 11 febbraio si è celebrata la XXVII Giornata Mondiale del Malato dal titolo “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Nel pomeriggio presso la Cattedrale è stato recitato prima il Santo Rosario, animato da don Vincenzo Catani, a cui è seguita la Santa Messa, presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani. Alla celebrazione hanno preso parte molti malati, i loro familiari, alcuni rappresentanti del personale medico e numerosi membri dell’Unitalsi e di altre associazioni che assistono in modo volontario i malati. Fra gli altri preti ha concelebrato col vescovo Carlo don Roberto Melone, responsabile dell’Ufficio di Pastorale Sanitaria.
Nella sua omelia, il vescovo Carlo ha riflettuto su Maria, donna della gratitudine, che ha ricevuto da Dio ogni grazia, e gratuitamente si è posta a servizio della sua pare te Elisabetta: “Siamo più propensi a cogliere ciò che ci manca, prestiamo meno attenzione a quello che ci viene dato. E quando ci comportiamo così il nostro cuore perde il senso della gratitudine. Maria ha ricevuto gratuitamente e ha dato e continua a dare gratuitamente.
Dio dona gratuitamente l’essere cristiani, ci dona gratuitamente Maria, ci dona gratuitamente Gesù. Dio ci invita a fare nella vita quello che ha fatto Maria, la prima cristiana e il modello di ogni cristiano. “Come una madre consola un figlio, io vi consolerò”: è Dio che parla, ma possiamo benissimo attribuire a Maria questa consolazione, perché l’intercessione è una formula nella quale Maria, come madre premurosa, consola. Consola per i nostri mali fisici, ma anche per i nostri mali spirituali che sono i peggiori. Infatti la Madonna a Lourdes ha invitato a pentirsi e a convertirsi.
Maria è l’icona di questo “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Poiché Maria ha ricevuto l’annuncio dell’angelo e ha risposto alla gratuità di Dio con altrettanta gratuità proclamandosi “Serva del Signore” e mettendosi a servizio della sua parente Elisabetta. Maria non si chiude su se stessa e non pensa prima ai suoi interessi. Questa è la vera vita cristiana.
Maria non si prende solo cura del corpo, ma anche dello spirito. La nostra salvezza non viene dalla salute del corpo, ma dalla salute dello spirito. Quando una nazione ha lo spirito malato quello è il maggior male di una nazione, come è anche il maggior male di una persona.
Maria è la prima annunciatrice del Vangelo perché è Lei che annuncia il Vangelo nel Magnificat.
Prendiamo da lei la gratuità, la gratuita silenziosa e non strombazzante. Quando si strombazza ci sono sempre altri interessi, quasi mai confessati. Maria è come una madre che non strombazza quello che fa in casa, ma lo fa con umile amore.
Il Papa ci invita ad imitare Maria e a non lasciarci prendere da quella mancanza di generosità che rischia di inficiare la nostra società. Si predica troppo affinché si alzino i muri e affinché non si dia nulla all’altro. Si predica troppo sui propri interessi e non si invita mai a pensare agli altri. La Chiesa è grata a tutti coloro che si fanno carico degli altri per il semplice motivo che là dove c’è un bisogno c’è un esigenza di Gesù.
Tutti abbiamo qualcosa da dare gratuitamente un sorriso, un grazie: abbiamo così la possibilità di costruire relazioni positive tra di noi. Il primo dono che possiamo fare a noi e agli altri è proprio una relazione positiva, come ha fatto Maria con Elisabetta, ponendosi a suo servizio.
Maria fa così, ci riconosce come figli e ci viene incontro, per questo la sentiamo vicina e la sentiamo come madre. La consolazione di Maria, nostra madre. Preghiamo Maria perché si dimostri davvero Madre per tutti e nessuno si senta escluso!”
Al termine della celebrazione eucaristica l’immagine della Madonna, sulle note dell’ “Ave Maria di Lourdes”, trasportata in spalla, è stata portata in processione all’interno della Cattedrale, mentre i fedeli la tenevano in mano i caratteristici flambeaux.
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