Giovedì 7 marzo presso la Pontificia Università della Santa Croce è stato presentato il libro Religione e Rivelazione, terzo volume dell’opera Teologia fondamentale in contesto scientifico del sacerdote Giuseppe Tanzella Nitti. All’incontro, moderato da Pilar Rio, docente di Sacramentaria ed Ecclesiologia, hanno preso parte la professoressa Giuseppina De Simone, docente di Filosofia della Religione, e Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e teologo di fama mondiale. Mons. Forte, presentando il volume, ha detto che “Fede e scienza non sono separate o contrapposte: non solo dialogano, ma si corrispondono in profondità”. Infatti, ha proseguito il prelato, “il dialogo fra scienza e fede non è una forzatura dell’una sull’altra, ma una forma più alta di comprensione di entrambi questi campi di pensiero, perché c’è un’apertura radicale dell’essere umano alla rivelazione, che viene a colmare il nostro bisogno di senso”. Sulla scia di queste riflessioni, al termine della presentazione abbiamo posto a Mons. Forte due quesiti ai quali il teologo ha gentilmente voluto rispondere.
Durante la sua relazione ha messo in evidenza come il professor Tanzella Nitti nella sua opera non solo mostri che fra religione e scienza, e in ultima analisi fra fede e ragione, non c’è opposizione ma addirittura complementarietà. Ma questa non sembra essere l’opinione prevalente nell’attuale contesto culturale. Come può la Chiesa superare questo quadro ostile?
La Chiesa può vincere ogni ostilità soprattutto se si presenta come testimone credibile dell’amore infinito di Dio. Quindi una Chiesa della misericordia, una Chiesa della simpatia verso l’umano, una Chiesa che però non abbandona mai la Verità di cui è serva e testimone, ma cerca di trasmetterla con fedeltà e trasparenza all’uomo di oggi.
Alla luce di ciò, i docenti di Religione Cattolica possono costituire una valida risorsa nel dialogo con l’uomo di oggi?
I professori di Religione possono rendere un servizio importantissimo per due motivi. Prima di tutto perché sono a contatto con i giovani e i giovani hanno domande molto più profonde di quello che spesso di crede, soprattutto una domanda di senso che li abita e li inquieta profondamente, coniugata a una grande paura di fronte all’incertezza del futuro. Inoltre perché, a partire dalla loro fede pensata, possono aiutare i giovani a trovare ragioni di vita e di speranza.
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