Una politica regionale dell’Ue per combattere le ineguaglianze territoriali dell’Europa; cura dell’ambiente e lotta agli inaccettabili livelli degli sprechi alimentari; stop alle esportazioni di armi nelle aree di guerra e conflitto armato e rispetto dei diritti umani con strumenti giuridici vincolanti a livello internazionale per le multinazionali. Sono le 4 “priorità” di intervento su cui il futuro Parlamento europeo è chiamato a lavorare. A indicarle è “Giustizia e Pace Europa” (organismo che riunisce a Bruxelles le diverse Commissioni nazionali), in un documento dal titolo “Adeguare l’Europa al bene comune” che è stato pubblicato in vista delle elezioni europee che si terranno dal 23 al 26 maggio.
Il primo punto evidenziato da J&P Europa sono le disparità regionali e la conseguente migrazione all’interno dell’Ue. Nel 2017 il costo medio del lavoro all’ora nell’Ue variava da 4,90 euro in Bulgaria a 42,50 euro in Danimarca. Le disparità regionali sono in una certa misura inevitabili nel mercato unico, ma i livelli di differenziali sono tali che hanno spinto molti europei a lasciare la loro regione o Paese di origine per migrare verso luoghi con offerte di occupazioni e opportunità migliori.
Negli ultimi 25 anni, per esempio, la Bulgaria ha perso il 10% della sua popolazione e ad andarsene è spesso la fascia di popolazione più giovane e più qualificata.
Si tratta di un vero e proprio “esodo dalle aree rurali e sottosviluppate”. Lo spopolamento di intere parti dell’Unione europea e l’impoverimento di chi viene lasciato ai margini – scrive Giustizia e Pace – sono gli aspetti negativi del mercato unico che non possono essere più tollerati”. Ciò – si legge nel dossier – dovrebbe figurare tra le priorità del nuovo Parlamento europeo anche perché gran parte della sfiducia che i cittadini europei nutrono per le istituzioni europee, compreso il Parlamento, derivano proprio dalla inefficacia con cui si agisce per far fronte alle disparità sociali e regionali all’interno dell’Ue.
Rifiuti alimentari e modelli di produzione e consumo da correggere. È il secondo punto delineato nel Dossier di Giustizia e Pace. “L’enorme quantità di rifiuti alimentari nei Paesi sviluppati – si legge – è la dimostrazione scandalosa degli effetti negativi che stanno avendo i prevalenti modelli di produzione e consumo” e il futuro Parlamento europeo dovrà prenderne atto.
Nell’Ue la quantità di rifiuti alimentari è stimata in 88 milioni di tonnellate all’anno, ovvero oltre un quinto della produzione.
Simili livelli richiedono un cambiamento sia nel sistema di produzione alimentare sia nel comportamento del consumo. Al Parlamento europeo Giustizia e Pace chiede di introdurre “un obiettivo obbligatorio di riduzione dei rifiuti alimentari a livello Ue e una metodologia unificata per misurare gli sprechi alimentari”.
Promuovere la pace nel mondo e frenare le esportazioni irregolari di armi dell’Ue. Negli ultimi anni le armi prodotte nel mercato unico europeo sono state utilizzate in molte guerre e conflitti armati.
L’Ue è il secondo maggiore esportatore di armi al mondo.
È la denuncia contenuta nel dossier J&P Europa. Nel 2017 i 28 Paesi dell’Ue facevano registrare una percentuale del 24% delle esportazioni totali di armi dopo gli Stati Uniti (57%) e prima della Russia (9,5%) secondo l’Istituto internazionale di ricerca di pace di Stoccolma (Sipri). Mentre le esportazioni complessive di armi dall’Ue sono aumentate del 10% nel periodo 2013-2017 rispetto al 2008-2012, le esportazioni verso il Medio Oriente sono aumentate addirittura del 103% durante lo stesso periodo. “È triste riconoscere – scrive Giustizia e Pace – che le fabbriche di armi europee sono state tra i più importanti fornitori di armi per la regione”. Nel Dossier vengono elencati i codici di condotta e i meccanismi di sanzione che regolano l’esportazione delle armi. Regole che però nella pratica sono state “frequentemente violate”. Giustizia e Pace chiede pertanto ai membri del prossimo Parlamento europeo di promuovere misure adeguate di intervento e un sistema efficace di sanzioni nel caso in cui gli Stati membro violino le regole.
Rispetto dei diritti umani. Alcune società europee – e in particolare quelle molto grandi – operano in tutto il mondo con modi e pratiche che possono costituire violazioni dei diritti umani. È l’ultima denuncia contenuta nel dossier. Giustizia e Pace Europa chiede al prossimo Parlamento europeo di continuare a promuovere un impegno attivo dell’Unione europea con le Nazioni Unite per l’elaborazione di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per regolare le attività delle multinazionali in vista del rispetto dei diritti umani.
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