“Tutta l’attività umana cosciente e coerente si muove attraverso la cultura”. Lo sostiene il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, intervenendo alla giornata conclusiva del convegno sulla Veritatis gaudium, promosso dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum (28 – 29 marzo) a chiusura delle celebrazioni per i 25 anni di fondazione. Il porporato spiega che nel Rinascimento si introduce il plurale della parola cultura: “ci si rende conto che non esiste una sola cultura e così si parla di multiculturalismo che ha però una connotazione statica rispetto all’interculturalismo che ha una valenza più dinamica, legata al confronto, al dialogo”.
Quattro i “crocevia della cultura” presentati dal presidente del Dicastero pontificio: il “crocevia antropologico personalista”; “l’Agape” introdotto dal cristianesimo con la “dimensione trascendente”; “l’apateismo” che nasce da apatia più ateismo e che è “indifferenza e nebbia”. Infine “verità e natura umana” perché “la verità è la componente fondamentale del dialogo”. Con il cristianesimo “si afferma l’oggettività della verità – afferma il porporato -. È in questa ricerca della verità che si ritrova il rapporto tra scienza e fede, tra libertà e etica. E questa ricerca della verità oggi subisce molte minacce (come la rete..) che devono essere tradotte in opportunità”. Il richiamo a due figure contemporanee conclude l’intervento di Ravasi. Steve Jobs, secondo il quale “la tecnologia da sola non basta, è il connubio tra tecnologia, scienza e disciplina umanistica a darci quel risultato che ci fa sorgere un canto nel cuore” e Gandhi che sosteneva: “L’uomo si distrugge con la politica senza principi, l’uomo si distrugge con la ricchezza senza lavoro, l’uomo si distrugge con l’intelligenza senza sapienza, l’uomo si distrugge con gli affari senza morale, l’uomo si distrugge con la scienza senza umanità, l’uomo si distrugge con la religione senza la fede, l’uomo si distrugge con l’amore senza il sacrificio di sé”.
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