DIOCESI – Con la Domenica delle Palme hanno avuto inizio anche nella nostra Diocesi i riti della Settimana Santa. Con la processione e la Santa Messa si è ricordato l’ingresso a Gerusalemme di Gesù, accolto da una folla festante.
Alle 10.45 dalla piazza antistante la chiesa di San Giuseppe è partita la processione verso la basilica cattedrale dove è stata celebrata la Santa Messa. Oltre al Vescovo Carlo Bresciani, che ha presieduto la celebrazione, erano presenti i sacerdoti della Cattedrale, don Romualdo Scarponi, parroco, don Giuseppe Giudici, vicario parrocchiale, don Luciano Paci, parroco emerito e i diaconi permanenti Walter Gandolfi, Giovanni Maria Bettoni e Pietro Mazzocchi. La liturgia è stata animata dal coro della Cattedrale diretta dal Maestro Massimo Malavolta.
Dopo la Liturgia della Parola, sulle note del Pueri Hebraeorum il clero e i fedeli si sono avviati verso la basilica cattedrale, particolarmente affollata in questo giorno.
Nell’omelia il Vescovo Carlo ha spiegato come con la processione abbiamo accompagnato Gesù a Gerusalemme, nel luogo dove verrà ucciso. Nella morte di croce si cela il mistero della passione di Dio.
La vita dell’uomo, ha proseguito il Vescovo, è uno scontro fra la falsità e la fedeltà e quando non siamo fedeli cadiamo nel peccato. Gesù invece è fedele a Dio fino alle estreme conseguenze della morte.
Gesù, ha continuato Mons. Bresciani, ci indica quale è il modo in cui possiamo sconfiggere la falsità e rimanere fedeli. La vita comporta questa sfida che ha dei costi. Nella nostra povertà sappiamo che possiamo contare sulla sua fedeltà, come coloro che lo hanno ucciso, mostrando infedeltà verso Dio, eppure proprio verso di loro Gesù ha spalancato le braccia.
Attraverso la Chiesa, ha concluso il Vescovo, le sue braccia si spalancano anche verso di noi. La passione del Signore diventa per noi segno di speranza, non per la sofferenza in sé, ma per la fedeltà di Gesù. Per questo la Chiesa ci invita in questa settimana a confessare i nostri peccati, non per spirito di autoflagellazione, ma per metterci in cammino con lui che ci insegna la fedeltà. Allora incontreremo Gesù che dalla croce non scaglia invettive contro la malvagità del mondo, ma una parola di misericordia. Sul suo esempio anche noi dobbiamo perdonare e così impareremo a vivere oltre che a morire.
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