Il Libano ha una vocazione specifica nel favorire il dialogo tra le civiltà e nell’incontro tra le culture, per la vicenda storica che ne ha fatto più di un semplice crocevia tra Oriente e Occidente. Lo ha ribadito il presidente libanese Michel Aoun, ricevendo ieri nel Palazzo presidenziale un folto gruppo di delegati e partner del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (Middle East Council of Churches, Mecc), a conclusione del loro incontro ospitato a Beirut dal 7 al 9 maggio presso il centro evangelico Dhour Chweir-Ain El Qassis. Quest’anno, secondo quanto riferisce Fides, l’incontro ha posto al centro della riflessione comune la necessità di sostenere processi politici volti a affermare, tutelare e promuovere la dignità umana. “Ora più che mai” ha scritto il Patriarca caldeo il card. Louis Raphael Sako in un messaggio inviato all’incontro, “le Chiese in Oriente hanno bisogno di unificare la loro visione”. Durante la sessione di lavoro e approfondimento, moderata dal sacerdote maronita Rouphael Zgheib, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, il reverendo Habib Badr, Presidente dell’Unione evangelica, ha fatto riferimento alla discesa di Cristo agli inferi, sottolineando che dopo quell’evento tutti i cristiani sono chiamati a discendere “nell’inferno delle sofferenze umane, quelle delle guerre”, delle povertà e delle malattie, per riconoscere e affermare anche in quei contesti la dignità di ogni creatura umana. Mentre Ziad El Sayegh, consigliere del Mecc per la politica e la comunicazione, ha ribadito che le comunità cristiane in Medio Oriente sono chiamate a uscire dalle dialettiche fuorvianti che leggono tutto in termini di confronto e contrasto tra “minoranze” e “maggioranze”. Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, fondato nel 1974 a Nicosia e attualmente con sede a Beirut, ha lo scopo di facilitare la convergenza delle comunità cristiane mediorientali su temi di comune interesse e favorire il superamento di contrasti di matrice confessionale.
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