“Senza sottovalutare gli apporti positivi per la salute umana, postumanesimo e transumanesimo rappresentano una ‘tecnognosi’: hanno la pretesa non solo di penetrare il mistero dell’uomo e di rimpiazzare l’umano con il cyborg, ma anche di costruire un’ingegneria della felicità sostituendo la politica con la terapeutica”. È uno dei passaggi più significativi della lezione pronunciata dal card. Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, alla giornata di studio dell’Università Cattolica sulla ricerca scientifica intitolata “Tecnica e umanesimo. Un approccio trans-disciplinare”. Qual è, dunque, il ruolo della ricerca scientifica?

“Purtroppo i due terzi degli scienziati sostengono che il mondo va letto naturalisticamente”, ha precisato cola richiamando un volume appena uscito in Italia nel quale l’autore tenta di “ridurre al cervello il fenomeno della coscienza umana”, ha affermato l’arcivescovo osservando che oggi “parlare di anima è diventato un tabù”. Eppure, secondo Scola, esiste una “dimensione dell’uomo che è un ‘oltre’” connessa in modo organico al suo corpo”. “Non si può più parlare oggi – lo si vede già nella catechesi ai più piccoli – senza tener conto di queste scoperte strabilianti che poi hanno delle conseguenze pratiche rilevanti sulla vita quotidiana”, ha osservato il cardinale. Quindi “un dottore di ricerca deve prepararsi per vedere come si può innestare dall’interno di queste nuove scienze la questione del senso, che per noi diventa la questione del senso religioso, del senso cristiano della vita”.

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