DIOCESI – Ieri, giovedì 20 giugno, si è tenuto a San Benedetto del Tronto il Corpus Domini. La celebrazione ha avuto inizio con la Santa Messa presieduta dal Vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani. Al termine della Santa Messa è seguita la processione lungo le vie di San Benedetto del Tronto (video) per poi concludersi presso la Chiesa dei Padri Sacramentini.

Ogni anno infatti, al termine del tempo pasquale, la Chiesa celebra la solennità del Corpus Domini, definita, secondo il nuovo titolo dovuto alla riforma liturgica, solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Questa solennità è stata istituita nel XIII secolo nell’occidente latino per affermare la dottrina eucaristica contro quanti la interpretavano in modo non conforme alla tradizione della chiesa romana. Da allora il popolo cristiano la vive come una confessione del “Dio con noi”, del Signore presente al cuore della chiesa nei segni eucaristici del pane del vino, cibo e bevanda assolutamente necessari per la salvezza del cristiano.

Per questa confessione di fede è stato previsto un pellegrinaggio, una processione attraverso le vie della città, in cui il segno sacramentale è cantato, venerato, ostentato, per ricordare che tutti devono guardare al Signore Gesù Cristo narrato in quel pane spezzato come vita offerta, corpo che si è donato fino alla morte e continua a donarsi, perché Cristo ci ama fino all’estremo (cf. Gv 13,1).
Nel regime di cristianità la processione del Corpus Domini era l’occasione di una manifestazione pubblica della fede cattolica, sulla piazza, ma oggi nella città ormai secolarizzata ciò non è sempre possibile né è sempre compreso dagli stessi cattolici. Eppure non dovremmo dimenticare il messaggio di questa festa nella sua interezza e anche nella sua portata scandalosa. Al riguardo, è utile ricordare che proprio il discorso di Gesù sul suo corpo da mangiare e sul suo sangue da bere ha scandalizzato non i suoi nemici o i suoi ascoltatori diffidenti ma proprio i suoi discepoli, che reagirono esprimendo l’intollerabilità delle sue parole e allontanandosi da lui (cf. Gv 6,60-67).
Dunque Gesù nell’Eucaristia ha significato il dono della sua vita per noi, e quella sua vita, suo corpo e suo sangue assunti da noi, fa sì che non siamo più noi a vivere ma Cristo stesso vive in noi (cf. Gal 2,20).

A breve pubblicheremo la cronaca della celebrazione.

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