Proseguono in Honduras le manifestazioni di protesta, che hanno preso vigore all’inizio del mese per protestare contro il progetto di privatizzazione (poi ritirato) di scuola e sanità. In questi giorni si ricordano anche i dieci anni del colpo di stato che nel 2009 pose fine all’esperienza di Governo di Manuel Zelaya. Le manifestazioni si sono estese ormai a tutte le principali città e in questi giorni hanno visto protagonisti gli studenti universitari, che in particolare lunedì sono stati violentemente repressi dall’Esercito, messo in campo la scorsa settimana dal presidente Juan Orlando Hernández. I fatti più gravi sono accaduti a Tegucigalpa, nei pressi dell’Università autonoma dell’Honduras, e a Baracoa, nel dipartimento di Corés, dove l’esercito è intervenuto con gas lacrimogeni contro coloro che manifestavano. Solo a Tegucigalpa si sono registrati quattro feriti.
Altre fonti, riconducibili al leader dell’opposizione Salvador Nasralla, parlano di una ventina di feriti e di alcuni “desaparecidos”. Il rettore dell’Università ha condannato energicamente l’ingresso dei militari nell’ateneo.
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