SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una pagina del Vangelo incentrata sulla misericordia quella letta da Don Giuseppe Giudici e commentata da Monsignor Romualdo Scarponi, durante la messa all’aperto che ha richiamato tanti fedeli presso piazza Montebello. Uno spazio nel cuore urbano dov’è risuonata la parabola del Buon Samaritano. Il rito si p svolto nel tardo pomeriggio di domenica, nell’ambito della Festa del quartiere Marina Centro. Alla funzione era presente anche il sindaco Pasqualino Piunti, con l’assessore al Sociale Emanuela Carboni, il consigliere Pierfrancesco Troli, la presidente del comitato zonale Elena Piunti e diversi membro dei direttivo di quartiere. A concelebrare la funzione, anche il parroco emerito della Cattedrale, Don Luciano Paci.

Ebbene, soffermandosi sull’importanza di compiere gesti misericordiosi, anche piccoli gesti, Don Romualdo ha suggerito di guardare per prima cosa all’interno delle mura domestiche: «Quante volte non ci accorgiamo dell’altra persona in difficoltà? Marito, moglie, genitore, nonno, figlio: che aspetta, magari, un sorriso, una parola, una delicatezza, un gesto d’affetto. Quante volte siamo bombardati da altri messaggi e ci allontaniamo dalle persone a noi più vicine…Abbiamo fretta, ma la fretta distrugge tutto, ci acceca e non vediamo più l’altro. Il vero amore non è tanto dare qualcosa, ma è quando doniamo qualcosa di noi stessi. Questa parabola c’insegna il vero amore, cominciando dai piccoli gesti che possiamo fare tutti i giorni».

Dopo il rito religioso, uno dei momenti più importanti della festa: la premiazione di Giuseppe Romani: uno degli ultimi protagonisti della pesca oceanica che ha fatto grande la marineria sambenedettese, storico residente del cuore urbano. Circondato dall’affetto dei familiari, nel tardo pomeriggio di domenica, Romani ha ricevuto la targa-ricordo dalle mani del sindaco Pasqualino Piunti, insieme con la presidente del quartiere, Elena Piunti ed al parroco Scarponi.

Le motivazioni del premio sono state lette pubblicamente da una commossa presidente Piunti. Eccole qui di seguito:

Nato il 27 settembre 1919 in via Napoli, fin da bambino ha frequentato il porto di S. Benedetto, avendo suo padre una piccola imbarcazione. Durante la Seconda Guerra Mondiale è stato imbarcato come nostromo (il più giovane della Marina Italiana) per 6 anni sulla nave scuola Amerigo Vespucci. Nel 1947 si è sposato con la signora Luce Paolini ed ha avuto tre figli: Antonio, Gianni ed Elisabetta. Con i suoi fratelli, Gioacchino e Federico Romani, ha avuto tre barche per la pesca in Adriatico: la Clio la Faro e la Elisabetta. In seguito, i suoi fratelli hanno continuato la pesca nel mar Adriatico, mentre lui, col cognato Antonio Paolini, ha intrapreso la pesca nell’oceano Atlantico, con il motopeschereccio Iside e poi con lo Jurong.

Ha lavorato nel mondo della pesca fino ad 85 anni. Per lungo tempo è stato presidente della Cooperativa dei pescatori ed ha collaborato attivamente con la Capitaneria di porto, partecipando alle commissioni d’esame per il rilascio delle patenti nautiche. Una volta andato in pensione, era solito stare nel suo magazzino di viale Marinai d’Italia a costruire modellini di barche a vela o a creare quadri con i nodi marinari. La porta del suo magazzino era sempre aperta per accogliere le persone di passaggio. Per tutti c’era una parola buona, un incoraggiamento e, nelle estati calde, un bel bicchiere d’acqua fresca. Uomo generoso e buon amico di tutti, molte volte ha aiutato chi era in difficoltà ed è stato a sua volta aiutato nei momenti più difficili. Oggi vive in via Carducci con la moglie, circondato dall’affetto della sua bella famiglia e dei tanti amici.

 

Romani con i familiari

 

La premiazione ufficiale

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *