“Il dialogo interreligioso è l’unico antidoto efficiente al male del fondamentalismo”. È quanto sottolinea il neopresidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, in un’intervista con i media vaticani. Mons. Ayuso si sofferma sull’istituzione, pochi giorni fa, di un Comitato superiore per l’attuazione del Documento sulla Fratellanza Umana, firmata ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso, da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar. Per Mons. Ayuso, questo Comitato, che oggi ha ricevuto l’incoraggiamento del Santo Padre, è un esempio concreto di come i leader religiosi possano costruire ponti, rafforzare il dialogo e vincere la tentazione di chiudersi in se stessi e alimentare lo “scontro di civiltà”. “Come già espresso da vari media mondiali, la creazione di questo Comitato superiore è un atto significativo”, commenta l’esponente vaticano, a proposito del “nobile” obiettivo del “comune impegno a unire l’umanità e lavorare per la pace nel mondo al fine di assicurare che le generazioni future possano vivere in un clima di rispetto reciproco e sana convivenza”. “Sono grato al principe ereditario di Abu Dhabi, sua Altezza Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan che ha operato perché si sviluppino iniziative volte a mettere in pratica gli obiettivi del documento di Abu Dhabi”, prosegue Ayuso: “Come sono anche grato a Papa Francesco e al Grande Imam di Al-Azhar perché con le loro parole e la loro testimonianza hanno reso possibile quanto detto dal principe ereditario nella presentazione di questo Comitato superiore”. Poi il presidente del dicastero vaticano esprime la sua “gratitudine” al Santo Padre “per il suo instancabile impegno nella promozione del dialogo, in continuità con i Pontefici che lo hanno preceduto”. “Fraternità, pace e convivenza”: sono questi, per il Papa, i “tre elementi essenziali se vogliamo veramente guarire le ferite del nostro mondo”.
Quanto alle attività del Comitato, Ayuso dichiara: “Le mie aspettative sono molte perché una volta iniziato un processo dobbiamo trovare tutti i modi per coinvolgere, dalla base verso l’alto e viceversa, a livello nazionale come internazionale, tanti organismi internazionali, responsabili sociali, religiosi, accademici e politici, cercando soprattutto di rivolgerci ai giovani”. “Sono convinto che attraverso il Comitato superiore appena creato, si possano incoraggiare ulteriormente i responsabili scolastici ed accademici, anche attraverso le strutture ufficiali responsabili dell’educazione perché in un modo più ragionato la Dichiarazione arrivi al cuore dello studio e delle riflessioni e condivisioni nelle scuole e nelle università”, la tesi dell’esponente vaticano, secondo il quale “la prospettiva di educarsi ed educare a una cultura dell’incontro, della fraternità, della pace comporta, come conseguenza inevitabile, la volontà di rivedere, in questa luce, anche i percorsi formativi e accademici nelle scuole, negli istituti di formazione, nelle università”. “Penso che la dichiarazione di Abu Dhabi sia un appello globale alla ‘civiltà dell’amore’, che si contrappone a chi desidera uno scontro di civiltà!”, conclude Ayuso: “Preghiera, dialogo, rispetto e solidarietà sono le uniche armi vincenti contro terrorismo, fondamentalismo e ogni genere di guerra e di violenza. E sono armi che fanno parte degli arsenali spirituali di tutte le religioni”.
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