“Assieme al vescovo mons. Francisco Javier Múnera di S. Vincente del Caguán e all’arcivescovo di Tunja, mons. Augusto Castro, ai missionari e missionarie della consolata e alla Repam-Colombia esprimiamo la nostra felicità per la nomina a cardinale di padre Michael Czerny, alleato dei movimenti popolari dell’America Latina e dei popoli indigeni dell’Amazzonia”. Lo dice al Sir mons. Joaquín Humberto Pinzón, missionario della Consolata, vicario apostolico di Puerto Leguizamo (dipartimento del Putumayo, Amazzonia colombiana), a margine dell’incontro pre-sinodale promosso a Bogotá, nei giorni scorsi, dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e dalla Rete ecclesiale panamazzonica (Repam). “L’elezione a cardinale di padre Micheal Czerny rappresenta un segnale strategico di Papa Francesco, assieme alla nomina del guatemalteco mons. Ramazzini, che si è distinto per l’opzione preferenziale dei poveri e nella resistenza contro i progetti di sfruttamento minerario e contro la corruzione in Guatemala e in Centroamerica – spiega Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina -. Il gesuita Michael Czerny, che ha lavorato in El Salvador dopo l’assassinio dei gesuiti dell’Uca nel novembre 1989 e ora sotto-segretario della Sezione Migranti & Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, sintetizza l’impegno profetico di Papa Francesco nell’alleanza con i movimenti popolari, visto che padre Czerny ha organizzato i tre incontri mondiali dei movimenti sociali, in Vaticano come a Cochabamba”. Secondo l’esperto, “ha avuto un ruolo importante per dare forza ai movimenti popolari di tutto il mondo per realizzare percorsi di cambiamento dal basso nell’ottica della Laudato si’ e contro la politica economicista dello ‘scarto’”.

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