“Per favore! Non commettere il nefasto errore di approvare una legge che legittima il crimine dell’aborto per quattro cause: violenza, incesto, malformazione e inseminazione non consentita. Tenete conto che il nascituro, nel momento in cui è nel ventre, già è un essere vivente. Non condannatelo a morte prima che nasca!”. Questo l’appello del Consiglio di presidenza della Conferenza episcopale ecuadoriana (Cee), in vista del voto di mercoledì prossimo, 18 settembre, nell’Assemblea nazionale. Si legge nella nota della Cee: “Dato che siamo un paese per oltre l’80% credente in Dio e, quindi, nell’amore, nel perdono, nella giustizia, nella verità e misericordia, dobbiamo anche pregare per coloro che, confusi o sotto pressione, fingono di negare il diritto a vivere”. Di qui l’interrogativo: “Chi siamo noi per uccidere un essere innocente e indifeso? Il nostro impegno per entrambe le vite è offrire speranza e non oscurità; fornire a molte madri in gravidanza i nostri consigli, ascolto e sostegno e, senza giudicarle, aiutarle a capire che valgono così tanto che stiamo lottando per la loro vita e quella del loro bambino che vive già nel loro grembo”. “Cari fratelli parlamentari – concludono i presuli ecuadoriani – confidiamo nel fatto che difenderete la verità e la giustizia, ma soprattutto la vita”.
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