I vescovi guatemaltechi delle nove diocesi coinvolte dalla decisione del presidente uscente Jimmy Morales di decretare lo stato d’assedio in vaste zone del Nordest del Paese hanno diffuso un comunicato stampa, nel quale manifestano la preoccupazione per la decisione, Lo stato d’assedio è stato decretato in tutto il dipartimento di Izabal e in altre decine di municipi dei dipartimenti di Petén, El Progreso, Zacapa, Alta Verapaz, Baja Verapaz. La decisione è stata presa dopo l’uccisione di tre soldati, i cui corpi sono stati ritrovati a El Estor, nell’Izabal. I vescovi delle giurisdizioni ecclesiastiche di Guatemala, Petén, Izabal, Zacapa, Santa Rosa de Lima, San Francesco d’Assisi, Verapaz, Jalapa ed Escuintla, da un lato, condannano l’uccisione dei tre membri dell’esercito e assicurano la loro preghiera per queste e altre vittime di violenza. Ma avvertono che “senza dubbio lo stato d’assedio non risolverà la complessa e acuta problematica umana e di governabilità che si vive nei 22 Comuni dei dipartimenti di Alta e Baja Verapaz, El Progreso, Zacapa, Petén e Izabal. Si tratta di un provvedimento per certi aspetti sproporzionato, anche se attendiamo la versione certa e credibile dei fatti che hanno dato vita a questa decisione. E chiediamo che lo stato d’assedio si applichi rispettando i diritti umani e la dignità delle persone e si eviti l’abuso di potere”. Piuttosto, fanno notare i vescovi, “l’assenza e l’incapacità dello Stato, aggiunta alla corruzione” è una delle cause principali del mancato controllo del narcotraffico, che sembra essere la causa dell’uccisione dei militari.

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