Di Nerina Galiè

COMUNANZA – Tra la sincera commozione e l’allegria di una serata tra amici, Comunanza e Montemonaco hanno salutato il parroco don Dino Straccia, già con le valige in mano alla volta di Colonnella, nel vicino Abruzzo, dove è stato accolto nella cerimonia dello scorso 19 settembre. Sabato 21 e domenica 22 le sue ultime celebrazioni nei Comuni montani dove amministra sacramenti da 11 anni (21 settembre 2008 parrocchia Montemonaco, tra anni dopo Comunanza) e lo ha fatto, in netta controtendenza con l’invecchiamento della popolazione, battezzando 5 bambini che con la sua presa un po’ impacciata, eppure sicura, ha presentato alla comunità con l’orgoglio di una padre. Perché questo è stato don Straccia, «un padre e un amico per tutti per tutti noi – ha ricordato Francesca Grilli, sindaco di Montemonaco – di quelli che sanno ascoltare, sempre, per poi tirare fuori il consiglio giusto».  Ha corso pure don Dino, diviso tra due realtà, Comunanza e Montemonaco, che per motivi diversi si sono rivelate impegnative. «I luoghi di culto necessitavano di interventi, anche importanti», ha ricordato lo stesso sacerdote che poco dopo il suo arrivo si è trovato, tra le altre cose, a dover provvedere al restauro della chiesa di Santa Caterina di Alessandria a Comunanza. Fino a che non è arrivata la vera e propria emergenza, dal 24 agosto 2016. «Sono state profetiche – ha confidato ai fedeli – parole lette su un salmo a ridosso della mia ordinazione sacerdotale: “ti chiameranno riparatore di brecce, ricostruttore di luoghi abbandonati”». «Sono rimasto profondamente toccato dalla vostra fede – ha continuato don Straccia – che non ha mai vacillato nonostante le difficoltà. Resterete sempre di esempio, per me, e farò tesoro di questo importante insegnamento.  Vi ho restituito le mura per pregare, ma voi per me avete fatto molto di più, facendomi crescere come uomo e come sacerdote». Poi si abbandona ad un attimo di composta confidenza: «Non lo credevo, ma è davvero dura andarmene. In tanti mi dicono lasci la montagna e ti riavvicini alla tua famiglia, che sta a San Benedetto, come se fare il prete fosse uguale a fare l’impiegato. Fare il sacerdote vuol dire invece legarsi alle persone, comprese quelle che non frequentano assiduamente la chiesa. Questa presa di coscienza ha aperto nel mio cuore una verità: mi sono inserito bene in questa comunità. E grazie alla vostra generosità, manifestata in tantissime occasioni». «Arriverà un nuovo parroco, don Luca Rammella. E’ molto bravo e lo meritate. E di sicuro le messe inizieranno in orario», ha scherzato don Dino, ma non più di tanto, anche per non abbandonarsi al nodo in gola sempre più incombente, prima di concludere assicurando che per i comunanzesi ed i montemonachesi ci sarà sempre una preghiera da parte sua.

A don Dino sono andati i ringraziamenti di Domenico Annibali, priore della Confraternita del Santissimo Sacramento, e di Giuseppina Mariani, segretaria del consiglio pastorale parrocchiale, della quale riportiamo alcune frasi: “Ringraziamo don Dino per il suo operato, i suoi insegnamenti e soprattutto per la testimonianza di fede. Un parroco con un carisma eccezionale che, con le sue omelie profonde e dirette, ci ha scosso per farci capire la vera essenza della nostra fede e della nostra vita, facendoci notare più volte come il male che attanaglia le comunità è insito nel  processo di scristianizzazione che sembra imperare in ogni ambito. Obbedienza, umiltà e preghiera sono il messaggio che ricorderemo sempre”.

Divertente quanto ricco di contenuti, il discorso di Angelo Massimi, coordinatore della corale di Montemonaco e animatore parrocchiale: «Don Dino ci ha insegnato a non abbatterci. A rimboccarci le maniche piuttosto e trovare la via per tornare a sorridere. Richiamandoci spesso al senso di unità, ci ha aiutato non cercare negli altri i difetti ma ad esaltarne i pregi. E’ stato chiamato a sistemare le chiese, beni da tempo dimenticati, per tornare ad essere strumento di vita comunitaria. Poi è arrivato il terremoto e le cose da ricostruire sono diventate tante, comprese le anime prese dalla paura e dallo sconforto». Tra il “sacro e il faceto”, ha anche spiegato l’inconfutabile beneficio che il tono di voce di don Dino ha apportato ai cittadini non più giovani, che fin dal suo ingresso hanno commentato: «Finalmente un prete che si sente!». Per proseguire: «A forza di fare la spola tra Comunanza e Montemonaco, don Straccia a volte dimenticava dove fosse. Don Luca, ora, dovrà dividersi addirittura per tre». Don Luca Rammella, successore di don Straccia, già parroco di Force e andrà a coprire Comunanza e Montemonaco. Mercoledì 25 settembre, a partire dalle 20,30 nella chiesa di Santa Caterina di Comunanza, è in programma la cerimonia di insediamento alla presenza del vescovo Carlo Bresciani e dei tre sindaci dei Comuni interessati, Alvaro Cesaroni di Comunanza, Francesca Grilli di Montemonaco e Augusto Curti di Force.

 

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