San Michele “è il combattente esemplare del Maligno. Egli ricorda anche a noi la necessità della lotta spirituale. Come infatti la Scrittura insegna, la lotta quotidiana del cristiano non è contro qualcuno, contro persone in carne e ossa, ma contro lo spirito del male”.
Così il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, che ieri mattina ha celebrato in Basilica vaticana la messa per la Polizia di Stato italiana e il Corpo della Gendarmeria Vaticana, in occasione della festa di san Michele arcangelo. “Il nemico di Dio e dell’uomo, il diavolo contro cui San Michele combatte, entra in scena nella Sacra Scrittura proprio come un falsario, un menzognero”, ha spiegato nell’omelia dopo avere richiamato la Bolla pontificia con la quale il 29 settembre 1949 Papa Pio XII proclamava l’arcangelo Michele patrono della Polizia di Stato. Nella Genesi “lo spirito del male” riuscì nel suo intento, “utilizzando contro di noi uno stratagemma che conosciamo: gettare ombre, confondere, rendere falso quel che è vero”. Così anche oggi, ha chiosato Parolin, “non solo a livello esterno, con il continuo moltiplicarsi di fake news, ma soprattutto a livello interiore”. Cruciale, dunque, “la lotta interiore agli inganni e alle falsità” perché il Signore “ci chiama a combattere il male che sta fuori senza trascurare di lottare anzitutto contro la falsità che abbiamo dentro e che è presente in ogni malattia dell’anima”. Di qui la richiesta dell’intercessione di San Michele “per sradicare le piccole o grandi falsità che tutti ci portiamo dentro, e la capacità di proteggere il cuore da doppiezze e infingimenti”.
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