In seguito alla forte tensione politica e sociale che si è venuta a creare in Ecuador, dove gli scioperi per il rincaro del carburante sono sfociati in scontri e nella successiva decisione del presidente Moreno di decretare lo stato d’emergenza, il Consiglio di presidenza della Conferenza episcopale ecuadoriana (Cee) è intervenuto con una nota, nella quale rivolge un appello alla pace, alla giustizia e al dialogo.
Appello alla pace perché, scrivono i vescovi, “la pace sociale è il valore fondamentale per considerare e rendere effettivi i diritti fondamentali, particolarmente dei più sfortunati, cominciando dal diritto alla vita in tutte le sue tappe e dimensioni”. La violenza, “manifestata in qualsiasi delle sue forme, impedisce una visione oggettiva della realtà e pone in serio pericolo l’esistenza dei diritti che tanto dobbiamo tutelare”.
Appello alla giustizia, poiché “la promozione della giustizia sociale deve stare al centro di tutte le decisioni statali e private” e “le compensazioni sociali devono favorire i più poveri. La giustizia sociale chiede ai poteri statali il recupero dei beni del popolo, usurpati da sistemi fraudolenti, per reinvestirli in educazione, salute, sicurezza, casa e altro”.
Dalla Cee, infine, un forte invito al dialogo, che è “la strada più adeguata ed efficiente per trovare nuove soluzioni da parte di politici, imprenditori e rappresentanti sindacali, nella prospettiva di un Paese prospero, a partire da un’economia giusta e solidale”. Il dialogo “rende possibile che le differenti organizzazioni assumano l’impegno di cercare il bene comune prima del proprio, restando aperti all’incontro responsabile, liberi da posizioni estreme”.

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