“Non siamo qui come se ci fosse una lista di desideri, o decisioni che devono essere prese nella direzione che io o altre persone possano desiderare”. Così mons. Alberto Taveira Corrêa, arcivescovo di Belém do Pará, in Brasile, ha risposto alla domanda di un giornalista sulle aspettative riguardo al Sinodo per l’Amazzonia e sulla presenza di eventuali “delusioni”, ora che siamo ormai giunti in dirittura d’arrivo.
“Siamo qui per fare un cammino insieme – ha ricordato il vescovo, durante il briefing di ieri in Sala stampa vaticana – e cerchiamo di metterlo nelle mani del Santo Padre”. “Sono molto fiducioso, nutro grandi speranze”, ha aggiunto: “Non sappiamo dire come sarà il documento, aspettiamo sabato sera, ma nutro grandi aspettative. Durante queste tre settimane di lavoro ci sono stati dialoghi tutti di grande ricchezza”. Il documento finale del Sinodo sarà votato punto per punto a partire da sabato pomeriggio. Per ottenere l’approvazione è necessaria la maggioranza qualificata di due terzi di votanti. Poi spetterà al Santo Padre, a cui sarà consegnato il testo, l’ultima parola su cosa farne.
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