Siamo in 7 miliardi sulla Terra, compresi i 3 miliardi che non si nutrono adeguatamente (troppo, troppo poco o male) e produrre cibo per così tante persone aumenta la temperatura globale, compromette la biodiversità, inquina e consuma suolo e acqua più di quanto la terra e i mari possano sopportare.
Da questo nasce un grande progetto: l’Italian Institute for Planetary Health – IIPH, frutto dell’unione tra l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs e l’Università Cattolica del Sacro Cuore con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo. A presiederlo sarà Carlo Salvatori, presidente di Lazard Italia e Aviva Italia, i vice presidenti saranno Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri, e Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, che hanno illustrato oggi, in conferenza stampa, presso la sede milanese dell’Istituto Mario Negri, le caratteristiche di IIPH, un istituto dal respiro internazionale, che promuoverà la ricerca scientifica con l’obiettivo di identificare i nutrienti che hanno maggiore impatto sulla longevità e sulla salute della popolazione e dei singoli individui.
I primi progetti vedono i ricercatori impegnati nello studio dei fattori che incidono sull’invecchiamento in salute della popolazione partendo dalla mappatura dell’Italia. Questa analisi verrà ampliata a livello internazionale, in particolare in Giappone, Paese che vanta un’elevata longevità come l’Italia, ma che presenta abitudini alimentari molto diverse.
“Diversi aspetti contribuiscono a rendere l’Italia un laboratorio ideale per sviluppare un progetto che dovrà avere un impatto globale – commenta Remuzzi -. L’Italia, secondo l’Istat, è il primo Paese più longevo in Europa. Questo è senz’altro il risultato della presenza di un Servizio sanitario nazionale che rende accessibile il diritto alla salute a tutti gli italiani, senza discriminazioni di reddito, di genere o di età. Senza dimenticare che il nostro Paese ha una tradizione alimentare nella dieta mediterranea che contribuisce a una sensibile riduzione di diverse malattie come quelle cardiovascolari e i tumori”.
“L’Istituto – aggiunge Ricciardi – si avvarrà delle competenze presenti all’interno dell’Università Cattolica e del Mario Negri, ma intende aprirsi a collaborazioni nazionali e internazionali per promuovere un’alimentazione sana e sostenibile e per approfondire le correlazioni tra cambiamento climatico e salute, anche al fine di prevenire o mitigare gli effetti del riscaldamento globale e favorire un’agricoltura all’altezza delle sfide demografiche ed epidemiologiche del Pianeta. Sarà poi importante raccordarsi a istituzioni come Human Technopole, l’European Food Safety Authority, che ha sede in Italia, e con tutti gli istituti di ricerca che operano nell’ambito del Ssn”.
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