DIOCESI – Presso il convento “Santa Maria delle Grazie” di Monteprandone ha avuto luogo, pochi giorni fa, il ritiro del clero diocesano mensile.
Ad aprire l’anno pastorale nel mese di ottobre c’era stata una lectio magistralis della professoressa Rosalba Manes sul libro di Giona, in merito al quale è anche autrice di un libro di esegesi e psicologia, assieme alla dottoressa Marzia Rogante. L’icona di biblica di questo profeta accompagnerà infatti il cammino della chiesa truentina come sfondo delle attività pastorali dei prossimi mesi. Per questa giornata di ritiro si è deciso di meditare sui primi tre versetti della composizione biblica, prendendo come tema la fuga del profeta dinanzi al comando di Dio. Ad offrire alcuni spunti di riflessione al clero sul tema è stato scelto l’ultimo sacerdote ordinato di recente, Don Silvio Giampieri.
Il primo episodio della narrazione, descritto in così poche righe si è rivelato invece denso e ricco di motivi di analisi del proprio cammino nonché di quella che è la prassi pastorale. Il rischio di fuggire dalle difficoltà che le relazioni all’interno di una comunità presentano, è sempre in agguato. Essere soggetti al cosiddetto “Complesso di Giona” che porta ad allontanarsi da percorsi di successo per timore del fallimento o delle conseguenze che la responsabilità comporta, è un fenomeno in crescita. Soprattutto tra i giovani oggi dilaga una sorta di accidia che li porta a non scegliere la strada dell’impegno nelle proprie passioni, nello studio o nel lavoro, per accontentarsi di un “vivacchiare”, ripiegati in sé stessi.
Questi ed altri spunti sono stati poi meditati in preghiera in un tempo di adorazione eucaristica nel santuario prima della messa. La celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Carlo Bresciani, ha visto tutti i presenti concelebrare in suffragio dei sacerdoti, diaconi e vescovi defunti della diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
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Una giornata sicuramente preziosa perché ha offerto l’occasione di meditare su aspetti importanti del ministero sacerdotale ed anche di soffermarsi nel ricordo grato di confratelli che hanno spesso la loro vita, tra gioie e sofferenze, a servizio della Chiesa.
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