“Il terremoto è stato forte. La gente è scesa subito per strada. Poi ci sono state altre scosse di assestamento molto forti, per cui le persone sono spaventate. Abbiamo paura. C’è poi chi ha perso familiari”. L’Albania si è svegliata ieri mattina in un incubo. Una scossa di terremoto di magnitudo 6,5 ha colpito nella notte, alle 3,54, la costa settentrionale, vicino Durazzo. Ed è stata avvertita fino in Puglia e Basilicata. Al momento, il bilancio ufficiale delle vittime è di almeno sette morti e 150 feriti. Alla scossa ne sono seguite altre, di cui due di 5.3 e 5.4. E queste hanno gettato la popolazione nello choc. A raccontare da Tirana ala situazione è padre Antonio Leuci, direttore della Caritas Albania. Le città più colpite sono Durazzo e Thumane, dove diversi edifici sono crollati, numerosissimi sono stati danneggiati. Ma il terremoto ha causato danni anche nelle città di Kruje, Lezhe, Tirana, Scutari, Lac, Lushnje, Fier. Il governo ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. “Il problema è che quando è avvenuta la prima scossa, era ancora buio e quindi si pensava che si trattasse sì, di un terremoto forte ma che i danni fossero contenuti”, racconta padre Leuci: “Durazzo poi è rimasta subito senza luce. Poi con le prime luci dell’alba, si è visto che i danni sono gravi, e non solo a Durazzo dove è stato l’epicentro ma anche nelle città vicine dove ci sono strutture lesionate. Ci sono già i morti, tantissimi feriti tanto che anche gli ospedali privati hanno aperto le strutture”. Caritas Albania si è attivata subito. Si è messa in contatto con Caritas Italia e con Caritas Europa e due operatori si sono già recati sul posto per fare il punto della situazione.
“Qui collaboriamo con il Ministero degli interni”, fa sapere il padre rogazionista, “e una prima loro richiesta è quella di assicurare il supporto alimentare nei centri di raccolta sfollati che stanno per aprire a Shijak – Durazzo, 3 centri a Tirana, 1 a Helms-Kavaje ed 1 a Lezhe. Abbiamo poi scritto a tutti i direttori delle Caritas diocesane, ai religiosi e alle parrocchie per sapere la situazione e chiedere di dare disponibilità ad accogliere le persone in difficoltà nelle proprie strutture”, visto che moltissimi e per le prossime ore non potranno rientrare nelle loro case. Sono stati segnalati danni anche a Chiese ed edifici parrocchiali. “Dalle immagini, la situazione sembra grave. Già ci troviamo in una Nazione provata, povera, con gravi difficoltà economiche e di lavoro, e il terremoto è ancora un’altra prova per questo paese. Siamo però fiduciosi che gli albanesi sapranno rialzarsi in piedi come abbiamo sempre fatto”. I tempi per sanare le ferite e ricostruire le case distrutte saranno lunghi. Padre Leuci si lascia sfuggire una previsione: “Sarà un Natale particolare, un Natale per molti nelle tende”.
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