DIOCESI – A cinque anni dalla pubblicazione della Laudatosi’non appare scontato parlare di conversione ecologica. Infatti, come spesso accade, proprio le parole più ricorrenti segnalano la mancanza di ciò che indicano. Per questo, è urgente comprendere la portata di tale espressione.
Il Seminario nazionale della Pastorale sociale e del lavoro (leggi Il programma)prova a collegare una esperienza tipicamente cristiana come la «conversione»con il modo con cui oggi abitiamo il mondo. A San Benedetto del Tronto, da oggi, 14 febbraio, al 17 febbraio, i direttori diocesani di pastorale sociale si incontrano per ascoltare, riflettere e condividere strategie di conversione ecologica come qualcosa ancora da realizzare e, insieme, come realtà già in atto nel nostro Paese. La scelta della città marchigiana è dovuta alla presenza di una significativa comunità di pescatori con cui l’apostolato del mare interagisce da tempo.
Il percorso prevede quattro tappe, che saranno sviluppate attraverso relazioni, panel di confronto, dibattiti e momenti laboratoriali.
La prima tappa mette a tema il rapporto tra la conversione cristiana e quella ecologica. Il Vangelo, infatti, ha conseguenze sull’agire credente: l’incontro con Gesù Cristo mette in moto l’intera esistenza umana, comprese le relazioni sociali.
La seconda tappa intende favorire uno sguardo contemplativo. Ciò è tipico della spiritualità cristiana e fonda una responsabilità morale capace di cura del creato. Proprio la cultura della cura è l’atteggiamento che permette di salvaguardare il mondo, a differenza della cultura dello scarto, sempre attiva nel generare rifiuti umani e nel produrre emarginazione. La cura del creato, infatti, non nasce da un appello volontaristico per salvare il pianeta e le sue creature, ma ha origine nella capacità contemplativa dell’uomo. La sua unicità consiste nella possibilità di esclamare davanti ai doni di Dio: «che bello!». A questo riguardo sarà particolarmente emozionante l’esperienza in mare con i pescatori di San Benedetto, protagonisti nei mesi scorsi dell’iniziativa «A pesca di plastica» e, recentemente, incontrati anche da papa Francesco.
La terza tappa è la conversione comunitaria. Come afferma Laudatosi’ 219: «Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie». La Chiesa italiana è in cammino verso la 49a Settimana Sociale di Taranto che si terrà nel febbraio 2021: mons. Filippo Santoro, vescovo della città pugliese e presidente del Comitato organizzatore, presenterà le linee programmatiche e traccerà il percorso preparatorio che coinvolgerà tutte le diocesi. La conversione comunitaria consentirà anche di vedere quali modelli di discernimento comunitario possono incoraggiare il cammino.
Infine, ultima tappa è la conversione pastorale. L’impegno nelle diocesi non chiederà tanto una moltiplicazione organizzativa di eventi in aggiunta ai diversi impegni esistenti, ma uno stile di Chiesa sobria e più sinodale.
Insomma, le giornate Sambenedettesi si preannunciano ricche di opportunità. Le viviamo con il cuore colmo di gratitudine per l’ospitalità generosa della diocesi, nella figura del vescovo mons. Carlo Bresciani. Rivolgiamo un sentito grazie anche all’amministrazione comunale che ha messo a disposizione autobus per gli spostamenti in città, alla Capitaneria di Porto, sempre attentaa supportare le attività in mare e ai pescatori, testimoni di una squisita accoglienza.
Ne siamo certi: ai contenuti si affiancheranno l’amicizia e la passione pastorale tra le persone che dal nord al sud del nostro Paese si spendono al servizio dei problemi sociali. Siamo consapevoli che la conversione riguarda tutti e ogni ambito della vita ecclesiale. E’ gesto umano. Proprio per questo, profondamente necessario, per il bene del Paese e per il respiro della Terra. Presente e futuro.
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