Una persona su tre, in Venezuela, fatica a consumare pasti adeguati e sufficienti per la propria sicurezza alimentare. Lo rivela un rapporto del Programma mondiale dell’alimentazione delle Nazioni Unite, diffuso domenica scorsa e commissionato dal Governo venezuelano. Lo studio è basato su 8.375 questionari distribuiti a un campione rappresentativo della popolazione. Si scopre, così, che un gran numero di venezuelani sopravvive con una dieta composta principalmente da tuberi e fagioli, dato che alimenti più pregiati, a causa dell’inflazione galoppante, non possono essere acquistati.
Il rapporto spiega che 9,3 milioni di persone vivono una situazione di insicurezza alimentare moderata o severa e che tale situazione è diffusa in tutto il territorio nazionale, con livelli particolarmente elevati negli Stati del Delta Amacuro, Amazonas e Falcón. Lo studio riporta anche che 6 famiglie su 10 hanno ridotto le loro porzioni in modo sistematico e che 3 lavoratori su 10 hanno accettato alimenti come forma di pagamento; due persone su 10 hanno venduto beni di famiglia per far fronte alle necessità di base. L’agenzia delle Nazioni Unite “spera di continuare il suo dialogo con il Governo venezuelano e di proseguire i colloqui che si concentreranno sulla strada da seguire per fornire assistenza a coloro che sono nell’insicurezza alimentare”, si legge in una nota.
A tale situazione di insicurezza alimentare si aggiunge il continuo esodo dal Paese, che secondo l’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) ha già raggiunto almeno il numero di 4,8 milioni di persone.
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