L’arrivo della stagione delle piogge ad aprile rischia di provocare, nelle prossime settimane, un nuovo esponenziale picco di colera in Yemen. Da inizio anno sono più di 56mila le persone contagiate e oltre 2,2 milioni dal 2017, mentre nel Paese è sempre più difficile soccorrere la popolazione a causa di una guerra insensata che dura da 5 anni e che ha già fatto 12mila vittime civili e più di 100 mila in totale. È l’allarme lanciato da Oxfam, a quasi cinque anni dallo scoppio della più grave emergenza umanitaria al mondo, totalmente dimenticata dalla comunità internazionale. Nel 2019, si era già registrato il secondo più alto aumento di contagi dallo scoppio dell’epidemia: oltre 860mila casi sospetti, con oltre mille vittime, poco meno del milione registrato nel 2017. “Mentre il sistema sanitario è ormai al collasso, con solo la metà delle strutture in funzione in tutto il Paese a causa dei bombardamenti e degli scontri degli ultimi anni, il numero di contagi potrebbe aumentare – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia –. Sarebbe l’ennesimo colpo per un popolo che ha già sofferto orrori indicibili”. “La popolazione dello Yemen ancora una volta deve affrontare una prova durissima, nella quasi totale indifferenza del resto del mondo – continua Pezzati -. La mancanza di acqua e cibo espone la popolazione, soprattutto le comunità più povere e vulnerabili, ad epidemie come questa. 10 milioni di persone sono sull’orlo della carestia, più di 17 non hanno accesso ad acqua pulita e servizi igienico sanitari”. Nel frattempo le scorte di medicine e materiali sanitari si stanno esaurendo, mentre le fluttuazioni nei tassi di cambio hanno fatto schizzare alle stelle il prezzo del carburante, aumentando di conseguenza i costi di trasporto di acqua pulita nelle zone dove la popolazione non ha fonti d’acqua sotterranee a cui poter attingere. Le organizzazioni umanitarie continuano a soccorrere la popolazione “tra mille difficoltà e restrizioni di accesso a diverse aree imposte da tutte le parti in conflitto”, conclude Pezzati. Da qui l’appello alla comunità internazionale per consentire “agli aiuti umanitari di raggiungere in sicurezza la popolazione” e “riportare al tavolo dei negoziati le parti interessate, stabilendo un immediato cessate il fuoco in tutto il Paese”.
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