MARCHE – I Comuni possono fare tanto per sostenere le aziende agricole in questo momento di difficoltà, soprattutto quelle impegnate nel florovivaismo messo in ginocchio dall’emergenza Coronavirus con fiori e piante appassiti e distrutti per il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali ma anche per il blocco della mobilità. Come? Affidando loro, con assegnazioni dirette e senza gara (nei limiti di quanto previsto dalla legge), lavori per la piantumazione di aree pubbliche, la sistemazione di giardini e parchi comunali, l’implementazione delle aree verdi e la manutenzione del verde urbano. Un appello destinato a tutti i sindaci delle Marche per sostenere un settore che, nella nostra regione, conta 105 aziende. I vivai, secondo un’analisi di Coldiretti Marche su dati della Camera di Commercio unica regionale, vedono un 20% di imprenditoria femminile, mentre un’azienda su cinque ha un under 35 al comando. Tutte al momento ferme in quello che di solito è un periodo di punta. “Il settore – scrive la presidente regionale di Coldiretti, Maria Letizia Gardoni – vede bloccate le partenze dei prodotti per le destinazioni abituali, con il rischio anche di dover mandare a casa molti lavoratori. Come Coldiretti riteniamo che solo tutti insieme potremo uscire da questo momento difficilissimo e solo collaborando potremo darci forza nel recuperare quelle parti di economia che andranno sicuramente perse”.
L’impiego di aziende agricole del territorio per la manutenzione del verde era stato anche uno dei punti dell’Agenda Programmatica, un documento nato dall’ascolto degli agricoltori marchigiani e destinato alle amministrazioni locali per allacciare una collaborazione concreta e proficua per tutta la comunità. “L’utilizzo prioritario di aziende florovivaistiche locali – conclude la presidente Gardoni – è finalizzata a garantire una ripresa veloce delle realtà del territorio. Questa battaglia si vince insieme, ripartendo anche dalle micro economie locali”.
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