DIOCESI – In un momento molto delicato per la nostra Città e per l’intero Paese a causa del covid 19, il Vescovo Carlo Bresciani ha celebrato presso la chiesa di San Benedetto Martire la Solennità dell’Annunciazione del Signore e al termine della Santa Messa ha rivolto una supplica alla Madonna Immacolata. Come tutti i sambenedettesi sanno, in questo stesso luogo nel 1855 l’Amministrazione Comunale fece voto alla Madonna di onorarla con una novena e con una solenne processione se avesse liberato la Città dal flagello del colera. Con gli stessi sentimenti il Vescovo Carlo, il Vicario Generale don Patrizio Spina, il parroco don Guido Coccia e il Sindaco di San Benedetto del Tronto Pasqualino Piunti hanno invocato la protezione della Vergine su tutti i sambenedettesi, sugli abitanti di tutta la diocesi e dell’Italia intera.

Durante l’omelia il Vescovo Carlo ha affermato: «La Solennità dell’Annunciazione ci introduce a meditare il grande cuore di Dio nei confronti del mondo e di ciascuno di noi. Perché questo cuore di Dio si è manifestato innanzitutto nella Creazione: ha creato il mondo e noi esseri umani. Nel suo amore ci ha donato le cose più grandi che abbiamo: l’intelligenza e la libertà. Dio ci ha voluto come esseri liberi.

Purtroppo questa libertà non è stata usata bene e il dono di Dio è stato sciupato. Il racconto di Adamo ed Eva ci porta esattamente a questa realtà che è drammatica per certi aspetti perché possiamo usare male la nostra libertà, opponendoci a Dio facendo il male all’uomo e al mondo.

Ma il cuore grande di Dio non si arrende neanche quando noi abusiamo dei suoi doni e l’Annunciazione è esattamente il compimento di quella promessa che Dio aveva già fatto ad Adamo ed Eva cioè di darci un aiuto per riscattarci da quell’inganno della nostra libertà che ci porta al male e al peccato.

Dio lo fa mandando suo Figlio, come ci ha ricordato la Seconda Lettura. Con quel gesto grande, inimmaginabile per noi esseri umani Dio manda il suo Figlio eterno, ma di nuovo chiede la collaborazione nostra attraverso Maria per il bene di tutta l’umanità. Maria rappresenta l’umanità che dice “Sì” a Dio e che quindi si oppone a quel “No” che Adamo ed Eva avevano detto.

Infatti la Lettera agli Ebrei che abbiamo letto dice che Gesù entra nel mondo dicendo: “Ecco io vengo per fare la tua volontà”. Questo sta a significare che Dio non abbandona mai il mondo, ma ci viene incontro e vuole salvarci, ma non può salvarci senza di noi. Noi chiediamo che Dio ci venga in aiuto, ma non possiamo affidarci semplicemente a Dio, ma dobbiamo aiutarlo a fare il nostro bene.

Maria ci è di esempio: ha aiutato Dio a fare il bene dell’umanità dicendo di “Sì”, rendendosi disponibile: “Ecco, sono la serva del Signore! Si faccia di me secondo la sua parola!”. Maria è l’esempio di quello che siamo chiamati a fare tutti noi, perché anche noi siamo chiamati ad usare bene la nostra libertà. Siamo chiamati a farne quell’uso che si mette a disposizione di una volontà che non intende annientarci o toglierci la libertà, ma che viene incontro a noi per illuminare il modo giusto di usare la nostra libertà in modo tale che non diventi distruttiva né per noi, né per gli altri.

Dio ha potuto compiere in Maria quelle grandi opere che la portano a cantare “Grandi opere ha compiuto in me l’Onnipotente”. Ma Dio non lo ha fatto senza il suo consenso, non lo ha fatto senza la sua risposta pronta e generosa che ha portato Maria a cambiare anche i suoi progetti, che erano buoni, perché il progetto di Maria di sposarsi con Giuseppe, di costituire una famiglia era buono, ma Dio le ha chiesto qualcosa di più non solo per lei, ma per tutti noi.

Carissimi, quello che Dio ci chiede, certo, è per il nostro bene, ma perché anche noi abbiamo a collaborare con lui per il bene di tutti, usando la nostra libertà e la nostra intelligenza, come in questa occasione stanno facendo molti: sto pensando ai medici, agli infermieri, al personale sanitario, alle forze dell’ordine, ai nostri governanti che mettono a disposizione il meglio di se stessi per il nostro bene. In questo senso possiamo pensare anche loro nell’ordine di questa volontà di Dio che è il bene e la salvezza dell’umanità.

Ma anche noi che non siamo medici, infermieri o appartenenti alle forze dell’ordine o le autorità che devono pensare al bene pubblico, anche ognuno di noi può collaborare nel proprio piccolo perché ognuno di noi è chiamato a fare come Maria, a dire “Sì” a Dio a quel bene che lui ci suggerisce.

Se imitiamo la Madonna, Gesù continua a essere presente veramente dentro questo mondo. Lui certamente è presente e continua ad esserlo perché ha detto: “Non vi lascerò mai soli, io sarò con voi”. È entrato una volta e per sempre nel mondo: “Io sono con voi fino alla fine del mondo”! È vero! Lui è con noi! Ma la domanda che dobbiamo farci è se noi siamo con lui. Maria lo è perché dice di “Sì”. Imitiamo Maria!

Noi questa mattina rivolgeremo a lei la nostra supplica in questa nostra necessità. È vero, la preghiamo come Madre che vuol bene ai suoi figli che siamo noi, ma la nostra supplica deve portarci anche ad imitarla perché lei ci sia di esempio. La nostra supplica resterebbe priva di qualcosa di fondamentale se noi, dopo averla supplicata, non la imitassimo in questo nostro “Sì” al Signore.

Maria ha detto così: “Ecco Signore, io vengo per fare la tua volontà” e Gesù ha preso corpo e si è incarnato in lei. Quando diciamo “Sì” Gesù viene veramente a noi ed è con noi. Questo possiamo crederlo con forza perché questo è quello che Dio ha voluto quando dall’inizio ha deciso che sarebbe venuto in aiuto nostro che non ci avrebbe lasciati da soli. Lo ha detto ad Adamo ed Eva: proprio quando loro lo avevano rifiutato ha dato loro la promessa, quella promessa è la la promessa eterna di Dio nella quale crediamo, quella in cui anche Maria ha creduto, divenendo Madre del Signore e Madre nostra. Che Maria ci aiuti e ci protegga sempre».

I celebranti e il sindaco Piunti al termine della celebrazione eucaristica si sono recati ai piedi del simulacro dell’Immacolata Concezione e si sono rivolti alla Vergine con queste parole:

O Maria Immacolata, madre nostra,
patrona della Diocesi sotto il titolo di Madonna di Loreto,
noi ci rivolgiamo a Te
in questa ora di dolore e di grande sofferenza
per la nostra città, per la nostra Diocesi e per il nostro Paese.
Già in passato Tu benevolmente ci proteggesti
dal morbo maligno del colera che infuriava sulla nostra città,
accogliendo la corale richiesta di tutta la popolazione.
Non ce ne siamo mai dimenticati
e ogni anno te ne rendiamo grazie
tenendo fede al voto che in quella occasione Ti abbiamo fatto.
Ora ci rivolgiamo di nuovo a Te: stendi il tuo manto protettivo
sulle nostre famiglie , sui nostri malati e su tutti coloro che si prendono cura di loro.
Proteggi dal morbo maligno di questo coronavirus le nostre famiglie,
la nostra città, la nostra Diocesi e tutta la nostra amata Nazione.
O madre della misericordia, salute degli infermi,
porta le nostre suppliche davanti a Tuo Figlio Gesù,
invoca per noi la sua infinita misericordia.
Egli, nei suoi imperscrutabili disegni, può fermare questa pestilenza
mentre ancora una volta, con la voce del profeta Malachia, ci ripete:
“Ritornate a me, e io ritornerò a voi” (3,7).
Noi confidiamo in Te e nella tua intercessione, o madre nostra,
certi del tuo amore materno e sicuri del tuo premuroso aiuto.
Amen

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