DIOCESI – “Carissimi genitori, carissimi ragazzi, quest’anno viviamo una settimana santa tutta speciale. Dobbiamo però trasformare queste difficoltà in una opportunità per una celebrazione diversa che può essere davvero significativa e bella per voi e per le vostre famiglie”.
Con queste parole si apre la lettera del Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, Mons. Carlo Bresciani.
Mons. Bresciani afferma: “Siete anche voi chiusi in casa come tutti, non potete andare in chiesa, quindi bisogna celebrare in casa. Un modo è certamente quello di seguire le funzioni in televisione e pregare uniti partecipando insieme da casa.
Ma si potrebbe pensare, e sarebbe molto bello, se il ricordo della passione, morte e resurrezione del Signore venisse celebrato con alcune iniziative e alcuni segni anche in casa. Vi faccio alcune semplici proposte che potrete attuare facilmente insieme tra fratelli e con i genitori.
Poi la vostra creatività di ragazzi e di genitori potrà inventare qualcosa di altro e, perché no?, condividerlo via social con amici e parenti.
Lo stesso nostro giornale diocesano www.ancoraonline.it potrebbe pubblicare le fotografie delle iniziative migliori (inviatele via whatsapp al numero 328-6325380).
Giovedì santo: celebriamo nella memoria liturgica l’ultima cena del Signore Gesù con i suoi apostoli, la lavanda dei piedi e l’istituzione della SS. Eucaristia.
Proposta: in ogni famiglia si potrebbe preparare su un tavolino coperto da una tovaglia bianca una brocca d’acqua, un catino o una bacinella e un asciugamano, a ricordo della lavanda dei piedi, pane e vino su un vassoio e una candela. La famiglia si riunisce attorno al tavolo così preparato, i genitori spiegano ai figli i segni posti sul tavolo, poi uno di loro legge uno dei brani del Vangelo che riguardano l’ultima cena (si veda Mt 26,26-29; Mc 14, 22-25; Lc 22, 15-20; Gv 13, 3-11). A questo punto ognuno potrebbe fare una breve risonanza sulla Parola ascoltata e si può concludere con una preghiera spontanea e la recita un Padre nostro sentendosi uniti a Gesù che poi nell’orto degli Ulivi prega il Padre che lo aiuti e lo sostenga nella grande prova della crocifissione che sta per affrontare.
Venerdì santo: ricordiamo la passione del Signore e la sua morte in croce.
Proposta: in ogni famiglia si potrebbe prendere un crocifisso (in ogni casa dovrebbe essercene uno appeso a qualche parete), porlo su un tavolino con accanto due lumini accesi, uno per ogni lato, poi la famiglia si raduna attorno al tavolo così preparato, legge il brano della passione del Signore tratto dal Vangelo di Giovanni (capitoli 18 e 19) magari in forma dialogata tra genitori e figli così che tutti possono partecipare e alla fine si bacia il crocifisso. Sarebbe bello se fosse un genitore a farlo baciare ai membri della famiglia. Lui è un po’ il ‘sacerdote’ della famiglia.
Sabato santo: è una giornata di silenzio per la morte del Signore in attesa della sua resurrezione.
Proposta: Lasciare il tavolino con il crocifisso preparato il venerdì santo con i lumini accesi. La famiglia potrebbe ritrovarsi attorno al tavolino per un momento di preghiera, magari il mattino e la sera, e ripetere il bacio del crocifisso dopo aver recitato insieme un Padre nostro, un Ave Maria e un gloria e avere chiesto perdono al Signore per i nostri peccati. Non è possibile purtroppo avere la confessione sacramentale, poiché dobbiamo stare chiusi in casa: chiediamo perdono al Signore così, magari con una piccola celebrazione penitenziale, poi promettiamo al Signore che ci confesseremo appena possibile.
Pasqua: ricordiamo la resurrezione di nostro Signore. È la festa più solenne della nostra fede e non possiamo non celebrarla anche in casa. Gesù risorto invita gli apostoli a mangiare con lui. Il pranzo di Pasqua potrebbe essere introdotto dalla preghiera, leggendo il passo di Gesù che appare ai suoi e chiede se hanno qualcosa da mangiare e poi mangia con loro: Lc 24, 36-43. Gesù risorto vuole mangiare con voi! Sentiamolo seduto con noi alla nostra tavola pasquale.
Un simbolo della Pasqua è l’uovo: perché sembra cosa morta, ma ne può uscire il pulcino vivo. Questo stanno a ricordare le uova di cioccolato che hanno sostituito le uova di gallina.
Proposta: i ragazzi potrebbero prendere delle uova, colorarle o dipingerle con scene della resurrezione e magari qualche messaggio pasquale: la fantasia e la creatività dei ragazzi sicuramente sa trovare i modi più belli. Poi al pranzo di Pasqua il papà o la mamma le benedice con la preghiera che riporto sotto.
Perché non scambiare le fotografie di ciò che è stato fatto con amici e parenti? (Condividendole anche il giornale diocesano)
Le uova si possono salvare per tutto il periodo di Pasqua in un cestino ben preparato e posto in un luogo ben visibile in casa.
Benedizione delle uova pasquali (anche di cioccolato)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Amen
Tutti pregano per qualche momento in silenzio, poi.
Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra,
che nella radiosa luce del Cristo risorto
ridesti l’uomo e il mondo alla vita nuova
che scaturisce dalle sorgenti del Salvatore:
guarda a noi tuoi fedeli
e a quanti si ciberanno di queste uova,
umile e domestico richiamo alle feste pasquali;
fa’ che ci apriamo alla fraternità
nella gioia del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore,
che ha vinto la morte
e vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Tutti: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, come era in principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
Papà e mamma tracciano un segno della croce sulla fronte uno sull’altro e poi su quella dei figli dicendo: Cristo è risorto, alleluja!
Carissimi, si tratta di modi molto semplici, ma credo significativi per vivere nella fede e in famiglia una Pasqua in queste situazioni. I genitori possono spiegare ai figli il senso di questi segni. Ognuno potrà esercitare la propria creatività. Perché non pensare anche a un rosario insieme ogni sera nel triduo della settimana santa? Mi pare bello che, nonostante tutto, la Pasqua possa essere anche quest’anno una vera festa della famiglia, sentendoci sempre tutti uniti nella fede, anche se purtroppo lontani fisicamente”.
Il Vescovo in conclusione afferma: “Con tanti auguri di una santa Pasqua a tutti, senza mai dimenticare i malati, coloro che stanno cercando di curarli e coloro che sono soli perché costretti alla solitudine dal coronavirus che ci ha colpiti. Perché non fare a quelli che conosciamo una telefonata di auguri?
La mia benedizione pasquale raggiunga tutti voi”.
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