DIOCESI – Don Gianluca Pelliccioni è direttore della Scuola di Formazione Teologica diocesana, un servizio integrato della diocesi di San Benedetto del Tronto per chiunque voglia maturare nella fede o fare un percorso di approfondimento.  Alla scuola, che offre nel nostro territorio la possibilità di un cammino di formazione permanente e che è dunque di fondamentale importanza, è associata anche una rivista e il nuovo numero di Aprile 2020 in versione PDF è  scaricabile cliccando qui.

Vi proponiamo l’editoriale del direttore, Don Gian Luca Pelliccioni: “Uno della Trinità ha sofferto nella carne”. Questa affermazione antica e per certi versi ancora provocatoria, nasceva dal tentativo di coniugare l’esistenza di Dio con quella umana, col soffrire, col suo perché, mostrando la solidarietà di Dio con gli uomini. Essa manifesta un aspetto della riflessione sul mistero pasquale di Cristo che stiamo celebrando in questi giorni di isolamento di sofferenza, di morte a motivo della pandemia di Covid-19.  La nostra rivista esce ora in formato più agile come piccolissimo segno di solidarietà della scuola di formazione teologica – docenti e studenti – con tutti gli uomini che soffrono risuonando in noi l’incipit della Gaudium et Spes “le gioie e le speranze le tristezze e le angosce di tutti gli uomini sono anche quelle dei discepoli di Cristo”. Vuole essere anche un augurio pasquale e un incoraggiamento agli studenti ad affinare lo “spirito critico” della fede di cui c’è sempre maggiore bisogno. Troveremo nella sezione “eventi”, il mistero pasquale declinato come iniziazione cristiana degli adulti; la prolusione dell’anno accademico del prof. Frausini Giovanni, insieme alla comunicazione di don Guido Coccia responsabile diocesano e regionale del servizio di iniziazione degli adulti, ci aprono a una realtà conosciuta ai più, o quasi, che è invero una risorsa per la Chiesa oggi. Nella sezione “orizzonti”, abbiamo selezionato un articolo di J.B. Metz, teologo cattolico, pubblicato sulla rivista “Il Regno”; fa seguito al suo saggio sulla “memoria passionis” come criterio di vita della Chiesa e della comunità umana: il mistero pasquale colto come solidarietà col sofferente quale autorità escatologica. Infine proponiamo nella sezione “meditazione teologica” un articolo di Giovanni Gucci de “La Civiltà Cattolica” che aiuta a cogliere l’isolamento il silenzio di questo tempo, come occasione per contemplare, fare esperienza del contatto più profondo nella realtà: il mistero pasquale colto nel suo dinamismo di superamento della morte, di vita nella morte. Le immagini sono dell’artista S. Koder: il mistero pasquale coniugato nell’immagine artistica. Ora forse è il tempo di soffrire della sofferenza degli altri con amore, di ascoltare,di lasciare che questa crisi generi pensiero nuovo, pensiero pasquale, la com-passione di Dio.

“Essere un teologo è essere solidale con il proprio prossimo di fronte a Dio. E’ presentare il cuore dell’altro a Dio. E’ benedire e condividere la benedizione, è provare rabbia e condividere la rabbia, è presentare la disperazione degli altri a Dio. E’ parlare con Dio per il popolo, è rivolgersi a Dio in rappresentanza del popolo. E’ essere arrabbiati con Dio, per la gente. E’ lodare Dio, con loro”.

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