Adriana Masotti – Città del Vaticano da vaticannews
La Giornata in realtà si snoda lungo un’intera settimana, dal 25 aprile al 3 maggio e, a causa del coronavirus, non vedrà eventi pubblici, ma iniziative di riflessione, di preghiera e attività formative, proposte attraverso i social, in particolare sul portale www.associazionemeter.org.
Un grande impegno di sensibilizzazione
La pedofilia non si ferma, non perde occasione di ribadire don Fortunato Di Noto, che sollecita ad una maggiore attenzione e tutela nei riguardi dei bambini dentro e fuori ogni famiglia. 24 anni fa la sua proposta di istituire una Giornata per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e contro la pedofilia, constatando quando poco fosse diffusa la sensibilità verso questi fenomeni. Ma conta oltre 30 anni il suo impegno a favore dei bambini attraverso l’associazione Meter Onlus a cui lo stesso Papa Francesco ha più volte espresso il sostegno.
Il pericolo dell’adescamento tramite internet
Ogni giorno le denunce alle Forze di polizia in Italia e nel mondo riguardano la condizione di piccoli abusati che a volte hanno anche solo pochi giorni di vita e sono tante le famiglie che si rivolgono a Meter per casi di adescamento dei propri figli, da parte di individui e in alcuni casi di organizzazioni criminali che prosperano per l’insufficienza di azioni coordinate e repressive. L’emergenza coronavirus ha obbligato ad un distanziamento sociale necessario, ma il rimanere a casa non implica necessariamente la sicurezza dei bambini, per i quali il rischio di cadere vittime di violenza è in crescita.
Si può fare di più per contrastare il fenomeno
“Bisogna fare di più, le vittime sono tante, milioni, e non possiamo più tollerare tali nefandezze (…) Non c’è una omogeneità delle leggi negli Stati del mondo, e non c’è nessuno Stato escluso”, si legge in un comunicato diffuso da Meter. La Giornata bambini vittime, nata nel 1995, vuole scuotere le coscienze e attivare le comunità ecclesiali cattoliche e di altre confessioni, e quelle civili, per contrastare più efficacemente il triste fenomeno. Nell’intervista a Vatican News lo stesso don Fortunato Di Noto spiega come sarà l’edizione di quest’anno:
R. – La Giornata si terrà, ma si terrà alla luce anche delle emergenze sanitarie del virus e quindi di conseguenza non potremo fare delle attività esterne. Di solito ogni anno tutta la settimana era caratterizzata da iniziative nelle scuole, nelle piazze e nei teatri e si concludeva sempre a piazza San Pietro per ricevere il messaggio e il saluto del Santo Padre. L’anno scorso abbiamo avuto l’occasione anche direttamente di incontrarlo ed è stato veramente un evento importantissimo. Questa volta saremo presenti tramite i Social e inviteremo le famiglie a viverla con noi. Per tutta la settimana cercheremo di capire la situazione dei bambini perché la violenza sui bambini è un dramma perdurante. Non è vero che la violenza si è fermata, al contrario i dati e i numeri dimostrano una drammatica recrudescenza del fenomeno in tutto il mondo, e non c’è nazione al mondo o luogo al mondo dove i bambini non vengano vessati e abusati.
Nel comunicato scritto in occasione di questa Giornata, si dice che la pedofilia non si ferma e che anzi, in questo momento di coronavirus, i pedofili festeggiano…
R. – Ed è così perché i pedofili sfruttano oggi tantissimo internet e i bambini lasciati per ore intere davanti a uno schermo di uno smartphone e nelle chat e nelle mani di piattaforme di tutti i tipi, sono facilmente preda di adulti che cercano di adescarli. E molti cadono nella trappola. Solo noi abbiamo denunciato più di 200 chat di pedofili che volevano adescare. Molte famiglie ci hanno telefonato preoccupate di questo fenomeno perché neppure il coronavirus ferma questi criminali. Dunque bisogna fare attenzione, vigilare e stare accanto ai bambini, non demonizzare certamente internet, però veramente avere un’attenzione profonda alla vita dei bambini che non possono essere lasciati soli. Bisogna restare a casa, ovviamente, però sempre con questa vicinanza, perchè con internet il mondo ti entra a casa”.
Ecco c’è pericolo per i bambini di essere adescati ma forse c’è anche il pericolo per gli adulti di cadere in questo crimine approfittando di un’offerta che viene prodotta e servita, diciamo, sul piatto proprio attraverso internet visto che anche gli adulti ci passano tanto tempo…
R. – Abbiamo bambini vulnerabili davanti a internet, ma ci sono anche adulti vulnerabili che possono cadere nella trappola del ricatto, nella trappola dell’eccessiva esposizione di sé. Penso alle ragazzine, alle diciottenne o ventenni che magari inconsapevolmente utilizzano questi mezzi esponendo troppo se stesse, cadendo nel ricatto e in situazioni molto dannose per la loro vita e il loro equilibrio. Non bisogna demonizzare i nuovi media, ma tenere sempre alta la vigilanza e l’attenzione. La solitudine, poi, l’incapacità di mantenere relazioni, trovarsi in una situazione magari di frustrazione, tutto questo può favorire la ricerca nel mondo virtuale di ciò che nel mondo reale magari non si riesce ad avere. Ripeto, ci vuole vigilanza, prudenza e rispetto di se e dell’altro.
Vuol darci qualche dato, tra quelli più recenti, che anche la vostra Associazione ha raccolto riguardo alla pedofilia e alla pedopornografia?
R. – Posso dirle che da marzo a metà aprile due segnalazioni ci hanno portato a denunciare più di 37mila immagini e video che corrispondono a 30mila bambini coinvolti già abusati, quindi dove il danno è già stato fatto. Se poi pensiamo al Report dello scorso anno che presenteremo dopo il 4 maggio, ne esce un quadro veramente agghiacciante che coinvolge tutto il mondo con milioni e milioni di bambini che già hanno subito violenza o che sono a rischio di subirla. Ecco perché questa XXIV Giornata ha lo scopo di attirare l’attenzione e fare di tutto per evitare questo dramma perché è diventato veramente un crimine contro la ‘piccola umanità’ che lascia ferite profondissime per tutta la vita.
Un messaggio particolare di questa Giornata è l’#iorestobambino che voi avete lanciato. Che cosa significa?
R. – #Iorestobambino è nata dai colloqui che noi facciamo nel nostro Centro ascolto di alcune vittime, perché loro ci dicevano: noi siamo stati abusati da bambini, volevano rubarci l’infanzia, ma noi siamo rimasti bambini. E’ bello questo messaggio: ti riporta all’origine della bellezza dell’essere bambini, perchè è vero che accade un abuso e distrugge la vita psicologica e fisica di chi ne è stato vittima, però di fatto si resta sempre bambini. Questo è il grido più bello in questa Giornata: che insieme si possa dire che noi dobbiamo non solo restare bambini, ma rispettare i bambini.
Il lavoro di tanti anni, questa è la XXIV Giornata, sicuramente è servito a sensibilizzare, ma c’è ancora molto da fare. Si aspettava una risposta maggiore?
R. – Io mi aspetto sempre di più. Infatti da parte dei media, da parte della gente comune e non comune mi aspetto maggiore mobilitazione per promuovere questa Giornata, perchè non è una giornata di Meter, è un’iniziativa che è diventata patrimonio ormai di tutta l’umanità. Nel tempo si è sviluppata, è diventata un punto di riferimento per migliaia di persone che riflettono, che pregano. Ma si può fare di più. E io vorrei che molti non mettessero la testa sotto la sabbia come gli struzzi dicendo non è un problema che mi riguarda la violenza sui bambini. Come ad esempio si fa attenzione al fenomeno del femminicidio, così anche per i bambini. Che differenza c’è con la violenza barbara che viene fatta sui neonati, su bambini piccolissimi da parte di adulti? Perché non c’è un’attenzione più grande che non sia solo quella di un’associazione come la nostra? Questo è un appello per tutti e questa non è una Giornata che finisce, ma che continua poi nella vita di ogni giorno con la tutela dei bambini.
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