GROTTAMMARE – Animali tropicali per evadere dalla quotidianità e volti di anziani, per ridare loro la giusta considerazione, in parte smarrita nel corso delle fasi più dure dell’emergenza-Coronavirus. Si articola su questo doppio filone la produzione artistica di Francesco Colella (noto pittore del nostro territorio) non fermatasi neanche durante le lunghe giornate di paralisi-generale che hanno sconvolto l’Italia.
«Anche io sono stato molto turbato da quanto accaduto – ci racconta Colella -. Purtroppo, da tempo ho dei seri problemi respiratori e dunque non ho preso affatto sottogamba la situazione. Dal 15 febbraio in poi, praticamente non sono uscito più di casa. Seguivo gli aggiornamenti della pandemia tramite i canali d’informazione e da lì ho tratto ispirazione per le mie opere. Opere completamente diverse dalla mia consueta produzione».
Una produzione che si muove su due estremi: distaccamento dall’hic et nunc e denuncia di ciò che qui e ora non va, secondo la visione dell’artista. Sul primo fronte, troviamo una profusione di animali e paesaggi tropicali. Tucani, tigri, giraffe. Quanto di più lontano dalla fredda Italia di un fine inverno segnato dal Covid19. In tutto, 16 quadri 50×70 realizzati con i colori acrilici. Poi ci sono i disegni a china: volti e mani di anziani.
Opere che Colella ha realizzato quasi sull’onda di un moto di ribellione rispetto a ciò che sentiva nei giorni in cui il virus falciava tantissime vite ogni giorno: «Sentivo in tv dire che a morire erano soprattutto gli anziani, con dei toni quasi di sollievo. Come se a morire fosse un anziano, la cosa fosse meno grave. Ciò mi ha dato molto fastidio e, dunque, ho voluto celebrare a mio modo queste straordinarie persone».
Fin qui il passato. E per il futuro? Che prospettive ci sono per le produzioni artistiche da ora in poi?
«Dopo l’11 giugno riaprirò il mio studio di Grottammare, vicino al Cafè del Mar, ma sinceramente ancora non vedo particolari possibilità di ripartire. Prima dello scoppio dell’emergenza, mi avevano commissionato dei lavori: progetti poi cancellati, perché i committenti non hanno più soldi. Anche la realizzazione di alcune bomboniere che avevo in programma è saltata, spero solo rinviata. Dovevo tenere pure una mostra ad Ascoli, non più realizzata. Purtroppo l’arte non è un bene di prima necessità e, dunque, sarà davvero l’ultima a ripartire. Io contino a lavorare nella speranza che qualcosa cambi».
Qualche chances potrebbe arrivare dalle ristrutturazioni edilizie che, secondo Colella, avranno una spinta importante da qui ai prossimi mesi. «Chi rifà casa, probabilmente avrà bisogno anche di qualche quadro nuovo», è lo spirito positivo che anima l’artista. Intanto, grazie alla figlia Francesca, Colella ha anche realizzato una locandina che ha messo in fila alcune sue opere “tropicali” sotto il nome di “Esotismo da Camera – Evasione condivica”. Proprio per sottolineare il viaggio domestico vissuto dall’artista. Un po’ come Emilio Salgari che, sull’onda della fantasia, senza mai essersi mosso da casa, continua ad accompagnare generazioni di persone tra India, Malesia e Mari del Sud.
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