“Per tutta la lunga stagione del primo e secondo femminismo, le donne cattoliche sono state invitate a superare la teoria del diritto naturale per abbracciare quella esposta da Simone de Beauvoir secondo la quale è la cultura a creare la identità di genere”.
Lo ricorda Renata Natili Micheli, presidente nazionale del Centro italiano femminile, commentando la proposta di legge recante “Misure di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere” a firma del deputato Alessandro Zan.
“Ora – prosegue Natili Micheli – la clessidra si è rovesciata: la proposta di legge Zan ed altri, volta ad estendere le sanzioni penali introdotte dalla legge Mancino contro i reati di omofobia e transfobia, punta piuttosto sull’inasprimento delle pene piuttosto che sugli effetti della cultura per modificare opinioni e pregiudizi”. Per la presidente del Cif, “anche riguardo alle manifestazioni delle donne contro l’obiezione di coscienza che mette in pericolo la legge sull’aborto, non è così che si difende la libertà opponendo diritti a diritti costituzionalmente garantiti e creando opinioni, espressioni di pregiudizi, di discriminazioni, di violenze, di stereotipi”.
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