Quarantaquattro persone su cento, nelle medie e grandi aree urbane dell’Argentina, vivono sotto la linea della povertà. Una su dieci è indigente, cioè in situazione di povertà estrema. Numeri che salgono nell’area metropolitana di Buenos Aires, dove sono 55 su 100 le persone che vivono in situazione di povertà relativa o estrema.
Gli allarmanti numeri, sui quali pesa l’effetto della lunghissima quarantena iniziata lo scorso marzo, sono contenuti nel rapporto “Deficit sociale in Argentina 2010-2020Crisi occupazionale, povertà e disuguaglianze strutturali nel contesto del Covid-19. Contributi per un’agenda sostenibile per lo sviluppo umano integrale”. Il documento, come ogni anno, è stato elaborato dall’Osservatorio del deficit sociale costituito in seno all’Università Cattolica Argentina ed è stato presentato nella tarda serata di ieri (ora italiana) in un incontro virtuale. L’apertura è stata curata Miguel Ángel Schiavone, rettore dell’Uca, e da Agustín Salvia, direttore della ricerca dell’Osservatorio del deficit sociale. Michelle Muschett, dell’Università di Oxford, e Pablo Villatoro, della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (Cepal), hanno partecipato al dibattito, moderato dalla giornalista María O’Donnell.

Come ha spiegato Salvia durante la presentazione, “gran parte degli indicatori di deprivazione chiamati a valutare deficit sociali strutturali nello sviluppo umano non sono molto precisi per valutare gli effetti immediati e temporanei della crisi sanitaria ed economica relativa alla presenza del Covid-19. Tuttavia, questi stessi indicatori acquisiscono validità e affidabilità quando si tratta di valutare le vulnerabilità sociali in tali situazioni”. Al contrario, “gli indicatori di deprivazione, basati redditi e consumi, domanda e offerta di beni e servizi, sono più sensibili a registrare gli effetti dell’attuale emergenza”.

Certamente, balza all’occhio il dato dell’aumento complessivo della povertà, dato che il 44,2% si trova sotto la linea della povertà, contro il 40,8 di un anno fa, quando già era stato battuto ogni record. Il livello è di gran lunga il più alto del decennio (le rilevazioni ebbero inizio nel 2010, quando i poveri erano il 31,8% della popolazione, per arrivare al 21,2% del 2012).
La percentuale di indigenti è pari al 10,1%, contro l’8,9% del 2019 e il 4,5% del 2012.

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