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“La Chiesa condivide per principio il magistero. È un controsenso chi mette in discussione un fondamento come il magistero”. Così il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, in risposta alla domanda posta dallo psicoanalista Massimo Recalcati, durante l’incontro sulla “Fratelli tutti”, organizzato da Antoniano, Festival Francescano e Romanae Disputationes. Recalcati aveva chiesto a Zuppi se le parole di Francesco fossero condivise dalla Chiesa attuale. “Chi critica – ha continuato il porporato – non capisce il testo. Esiste un testo rivolto a tutti che non è interno alla Chiesa cattolica e aiuta la Chiesa cattolica a trovare se stessa. Aiuta a capire perché essere cristiani e ad esserlo nel mondo”. “Tutti nella Chiesa vivono con tanta difficoltà quello che sta succedendo ma anche l’identità, gli scandali, le divisioni. Francesco rimette al centro il Vangelo, nel senso che invita a vivere il Vangelo così com’è. Questo crea problemi perché il mondo mette paura”. E sul dialogo ha aggiunto: “Dialogare non è annullarsi o diventare sbiaditi, tutt’altro. Chi dialoga sa amare l’altro e trovare quello che unisce. È una difficoltà generalizzata. L’esempio più chiaro in Papa Francesco è il suo pensiero sugli stranieri. Ma sta scritto nel Vangelo: ‘Ero forestiero e mi avete accolto’. La critica rivela una paura ma la soluzione è essere in dialogo e in attenzione verso l’altro”.

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