“Non ci stancheremo mai di ripetere che i respingimenti costituiscono una grave violazione del principio di ‘non refoulement’ sancito dalla Convenzione di Ginevra, violano i diritti umani internazionali, calpestano il Vangelo, tradiscono la fraternità universale”.
Lo afferma l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, che ricorda gli interventi, tra il 1° e il 3 gennaio, di Open Arms, che ha soccorso 266 persone, mentre già i primi 79 migranti sono stati intercettati e rimpatriati in Libia. “Oltre a causare il ritorno di tante persone nei lager libici, (i respingimenti, ndr) portano a esiti come l’annegamento di questi 4 bambini – sottolinea il presule -. È assordante il silenzio e spaventosa l’indifferenza che sta avvolgendo queste notizie”.
Citando un’omelia del card. Lercaro, mons. Lorefice ribadisce che “non possiamo non indignarci anche come cristiani”. “La Carta costituzionale e il Vangelo ci chiedono di alzare la voce e di coinvolgere i cittadini italiani perché il nostro Paese, attraverso quanti lo governano, prenda le distanze da questa barbarie che massacra corpi, vite, volti umani, attese, drammi, speranze, e si adoperi anche a livello europeo per una soluzione umanamente sostenibile”. “Mentre viviamo direttamente il dramma della pandemia, ci viene richiesta la stessa responsabilità per il dramma che continua a consumarsi nel Mediterraneo e che non può lasciarci indifferenti”. Infine, l’incoraggiamento dell’arcivescovo a “fare di tutto per recuperare quanti continuano a salire su barconi della morte: è una responsabilità prossima che riguarda l’intera Europa, chiamata a mettersi in gioco a livello internazionale e a trovare risposte e soluzioni efficaci al fenomeno migratorio”.
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