MONTEPRANDONE – Concludiamo il nostro viaggio alla scoperta delle varie sedi Caritas, incontrando i numerosi gruppi parrocchiali esistenti all’interno della vicaria di San Giacomo della Marca. “Tante sono le realtà che operano nel nostro territorio – afferma il vicario foraneo Don Anselmo Fulgenzi – Seppur con alti e bassi legati al periodo e alle singole situazioni, possiamo dire che tutte le parrocchie della nostra vicaria sono attive e perseveranti nella carità, incidendo in maniera determinante sul tessuto sociale delle comunità e fornendo loro un valido contributo per soddisfare i bisogni materiali e spirituali di molte persone in difficoltà.”

A Monteprandone conosciamo la realtà che riguarda l’Unità Pastorale di Regina Pacis e Sacro Cuore di Centobuchi, guidata dal parroco don Gian Luca Pelliccioni, le sedi Caritas sono due. Gabriella Viviano, operatrice da oltre 7 anni, ci racconta: “Le famiglie aiutate fino al 2019 erano in media circa 80, ma durante il lockdown abbiamo registrato un incremento: al momento, quindi, sono 110 quelle a cui diamo supporto abitualmente, tutte residenti a Centobuchi, per metà italiani e per metà stranieri principalmente provenienti dalla Nigeria e dall’Albania. Oltre all’accoglienza iniziale, in cui si cerca di soddisfare i bisogni primari, ci sono poi bisogni secondari differenti a seconda della composizione del nucleo familiare: laddove sono presenti minori, ad esempio, ci può essere necessità di una visita dentistica o di supporti informatici; al contrario, laddove c’è una coppia anziana, potrebbe esserci un problema di solitudine e quindi il bisogno di un supporto anche di tipo psicologico. Inizialmente eravamo un po’ preoccupati e ci chiedevamo come avremmo fatto fronte economicamente alle crescenti richieste, dal momento che tutte le attività di autofinanziamento erano state sospese. E invece la Provvidenza ci ha fornito tutte le risposte: la nostra comunità che è sempre molto viva, in questa particolare circostanza, è stata ancora più solerte del solito. Abbiamo potuto contare, infatti, sull’aiuto di singoli commercianti, farmacie e persone comuni che hanno fatto donazioni spontanee e su una buona collaborazione con le istituzioni e le associazioni del territorio, come ad esempio il Banco Alimentare, Kairos di Monsampolo del Tronto e il gruppo Scout. In definitiva abbiamo riscontrato che la pandemia, in una certa misura, ha ulteriormente sollecitato la solidarietà.”

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