SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tanti auguri per i suoi novanta anni alla signora Maria Giuseppina Silvi, da tutti conosciuta solo come “Pupetta”, nomignolo a lei molto caro. La sua famiglia, i suoi amici, i suoi parenti e tutti i suoi ex alunni avrebbero voluto per lei una grande festa, ma purtroppo la pandemia ha fatto sì che tutto fosse ridimensionato. La signora Pupetta, ex maestra elementare, è ancora nel cuore di tutti i suoi alunni che la invitano ad ogni festa di “classe”, perché ancora grati dei suoi insegnamenti, non solo scolastici, ma anche di vita. affetto e rispetto tra maestra e alunni, che rimangono tutt’ora invariati, qualcosa di raro e prezioso. Non potendo organizzare una festa, ognuno degli ex alunni ha voluto inviarle il proprio messaggio di auguri.
Quando Maria Giuseppina venne alla luce, un 18 marzo di tanti anni fa ad Ascoli Piceno, suo papà, Luigi Silvi, nel prenderla tra le mani esclamò raggiante: “È bella come una bambola!”. Da allora, ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, le sussurrava dolcemente: “Sei la mia Pupa!”. Era appena trascorso un anno quando una brutta malattia le portò via il suo papà e da allora, anche in suo ricordo, è Pupetta per tutti. Soffrì come molti, assieme alla sua famiglia, nei difficili anni della guerra, ma nonostante la forzosa interruzione dovuta al periodo dello sfollamento, non abbandonò mai gli studi conseguendo brillantemente il diploma magistrale. Si era appena iscritta alla Facoltà di Magistero, indirizzo Lingue e Letterature straniere della Ca’ Foscari di Venezia quando, appena ventenne, vinse il concorso per l’insegnamento, ottenendo il primo incarico a Montedinove. Iniziarono per lei lunghi viaggi quotidiani come pendolare da San Benedetto a Montedinove, passando per l’interno su un’affollata corriera; la stessa che un bel giorno si fermò per un guasto proprio ad Acquaviva Picena. E galeotta fu l’avaria, perché proprio in quel giorno incontrò il suo Peppino (al secolo Giuseppe Angellotti, Medico Veterinario che qualche anno dopo, precisamente nel 1961, fonderà proprio lì la Cantina Sociale dei Colli di Acquaviva Picena di cui ne sarà integerrimo Presidente fino alla fine degli anni novanta). Fu amore a prima vista e nei due anni che precedettero la loro unione, si scambiarono intense e bellissime lettere che Pupetta conserva ancora gelosamente nella “sua scatola”. Dalla loro unione sono nati quattro figli: Maria Pia, Antonio, Maria Antonietta e Luigi Aspreno. La Maestra Pupetta continuerà ad insegnare a Montedinove fino alla nascita della primogenita, percorrendo quotidianamente il consueto tragitto in corriera con il suo pancione ogni giorno sempre più grande. Poi arrivò un primo trasferimento nella scuola pluriclasse della “Contrada Merli” di Ripatransone, seguito da un secondo nelle pluriclassi delle scuole di campagna dell’acquavivano. Finalmente, nel 1960, approdò nella scuola elementare di Acquaviva Picena dove insegnerà ininterrottamente fino alla pensione. Dei suoi alunni ha un ricordo stupendo. Ognuno è stato per lei speciale ed unico ed ha contribuito al suo costante arricchimento interiore e umano. Ogni sera, dopo aver riordinato al cucina, preparava diligentemente le sue lezioni documentandosi sempre e non dando mai nulla per scontato. Ogni estate frequentava corsi di aggiornamento, anche a proprie spese; è stata infatti una delle prime docenti ad introdurre l’insiemistica come metodo d’insegnamento nelle classi elementari. Negli anni ’80, suo malgrado, a causa di una rara malattia che le impedì temporaneamente l’uso delle mani, decise di lasciare la scuola perché non era più in grado di dare tutta sé stessa ai suoi adorati alunni. Per fortuna questo rimane solo un brutto ricordo! Dopo gli orari di insegnamento, ha sempre condiviso e supportato l’attività di veterinario di suo marito: facendogli da segretaria; intrattenendo i clienti che avevano bisogno di parlare “col Dottore”; cucinando per i tanti suoi colleghi che, memori delle sue arti culinarie, facevano volentieri tappa quotidiana nella sua cucina nei periodi serrati delle “profilassi a tappeto”. Compagna di vita preziosa, è stata sempre vicina al suo amato marito nei sette lunghi anni della sua malattia, ricoprendolo ogni giorno di molteplici attenzioni. Ha sempre dispensato buoni consigli a tutti e ha aiutato tante giovani spose in difficoltà “ad ingranare” col proprio matrimonio. Ottimista nata dichiara, senza esitazione, di essere stata anche molto fortunata nella vita perché sempre circondata da tanti affetti. Vede il bello in tutti e non dimentica mai il prossimo. Donna instancabile, non ha mai trascurato l’educazione dei suoi figli che su di lei, come da sempre, possono ancora contare in ogni momento. Ha sei splendidi nipoti che sono sempre stati il suo orgoglio e per i quali ideò, assieme al marito, le famose “Polpette di Nonna Pupa” che hanno attraversato altri continenti. Ha sempre cercato di riunire tutta la sua numerosa famiglia, bloccata solo ultimamente dal lockdown, o semplicemente i soli nipoti per trascorrere con loro piacevoli momenti nei quali dà nuova vita ai suoi tanti ricordi e nel rievocare il passato, tiene viva la memoria del nonno. Ha sempre saputo mantenere vivi e costanti i rapporti anche con la “parte americana” della sua famiglia. Tutti i suoi cugini, nipoti e pronipoti della Pennsylvania e West Virginia, ancora molto legati alle loro origini ascolane, non esitano a farle visita quando tornano in Italia. Appassionata di lettura ed enigmistica, dotata di uno spiccato senso creativo, ama trascrivere le frasi che più la colpiscono “le sue frasi”in un quaderno che rilegge spesso nei suoi momenti privati e di riflessione. I figli scrivono di lei: Grazie mamma, grazie per averci messo al mondo e per aver avuto cura di noi; grazie per averci insegnato a stare con tutti … perché “siamo tutti uguali” e per averci educato al rispetto degli altri e, soprattutto ad affrontare la vita; grazie per averci insegnato a nuotare; per averci portato fin da piccoli nell’acqua alta col pattino per farci vincere la paura dell’acqua (che si è rivelata preziosa per affrontare le avversità della vita), tu che eri un delfino e da ragazza, come ci raccontavi, nuotavi in mare aperto. Grazie per essere stata sempre e comunque presente nei momenti di difficoltà, con il rispetto e la discrezione che ti contraddistinguono: grazie per tutto l’amore che doni incondizionatamente ai tuoi nipoti come se fossero anch’essi, anzi lo sono certamente, figli tuoi. Grazie e ancora grazie Mamma-Maestra Pupetta!
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