DIOCESI – Si è tenuta ieri mattina, alle ore 10:30, presso la sede della Caritas Diocesana, la conferenza stampa di presentazione della mostra di pittura “Il Tempo” che ospiterà le opere realizzate dagli ospiti della Caritas Diocesana, diretta da don Gianni Croci. L’esposizione sarà visitabile fino al 30 Giugno tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 12:00, anche se è preferibile fissare un appuntamento al numero 0735 588785 per evitare assembramenti.
La mostra rappresenta il culmine di un progetto più ampio, finanziato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e curato dall’artista Patrizio Moscardelli che, da Gennaio ad oggi, ha incontrato una volta alla settimana i ragazzi ospiti della Caritas Diocesana non solo per insegnare loro l’arte della pittura e le sue tecniche, ma soprattutto per vivere momenti di condivisione.
Presente anche Annalisa Ruggeri, assessore del Comune di San Benedetto del Tronto con delega alla Cultura, Pubblica Istruzione, Università, Beni comuni e acqua pubblica, Politiche Comunitarie. Proprio in quest’ultima veste, Ruggieri ha dichiarato: “Spesso l’essere umano tende ad escludere un problema, perchè non vuole conoscerlo né affrontarlo; se, al contrario, io mi avvicino e conosco quello che ho di fronte, raggiungo un traguardo che non riguarda solo me stesso, bensì l’intera comunità. Un problema, infatti, non è solo mio, è un problema dell’intera comunità: affrontarlo è un successo per tutta la comunità. Credo che il modo in cui i ragazzi della Caritas Diocesana hanno affrontato i loro problemi, non in maniera diretta, bensì in una maniera mediata attraverso l’arte, abbia rappresentato un’occasione unica per condividere e creare legami. Se i passi compiuti sono questi, tutte le istituzioni, le associazioni, il terzo settore possono diventare una risorsa.
“Il tempo” non è solo il titolo della mostra, ma anche il tema attorno al quale ci siamo soffermati – spiega Moscardelli – Ognuno ha inteso il tempo a suo modo. Per la maggior parte di loro il tempo scorre incessante, è in cammino, scalpita e fugge; per alcuni invece non passa mai e ci si sente legati sempre allo stesso punto. È il caso di Khaled, che, ad esempio, ha disegnato un’ancora attaccata al porto con delle catene molto pesanti. Ho detto a lui quello che ho detto anche agli altri ospiti: se non si molla l’ancora, la nave non parte mai! Il nostro augurio, invece, è che questi ragazzi vadano via prima possibile dalla Caritas, perché questo vorrebbe dire che hanno trovato un lavoro e che sono diventati autonomi.”
Dello stesso avviso don Gianni Croci, il quale aggiunge: “Compito della Caritas è quello di un accompagnamento verso l’autonomia. Anche se non sempre è semplice. A volte ci vuole tempo, a volte pazienza, a volte coraggio. Ci piacerebbe fare di più, dare conforto a tutti, ma non smepre ci riusciamo: ci sono, ad esempio, dei casi di persone che dormono in macchina. Purtroppo non abbiamo tutte le disponibilità che ci vorrebbero. Ci piacerebbe rispondere a tutte le esigenze, ma non è così semplice “
Elisabetta Raffaelli, volontaria della Caritas e responsabile del progetto, dichiara: “Quello che abbiamo fattocon questo progetto è già molto. Abbiamo cercato non solo di impegnare gli ospiti del nostro centro, ma anche di farli entrare in contatto con la loro parte più intima, più nascosta, quella che non vogliono far vedere. Grazie a Patrizio Moscardelli, che ha dato loro molta fiducia, i ragazzi si sono sentiti subito a casa e pronti a fare qualcosa di nuovo. Sapere, infatti, che qualcuno crede in loro e nelle loro capacità è fonte, per tutti loro, di grande stimolo, gioia e anche maggiore sicurezza e fiducia in se stessi.”
La cosa più bella di questi giorni – racconta Nicola, uno degli ospiti della caritas Diocesana ed autore delle opere della mostra – è stata la condivisione. Il malessere quotidiano, che proviamo per la situazione difficile che viviamo, viene alleggerito grazie alla Caritas e a tutti i volontari che portano avanti tantissimi progetti. Oltre all’aspetto economico e del cibo che è comunque molto importante, ci sono altre cose che servono a nutrire l’anima. Proprio qualche giorno fa, noi ragazzi parlavamo del fatto che la Caritas ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno: oltre ai viveri e a una casa, la cosa per noi più importante è il supporto, il conforto. La realizzazione di questi quadri per la mostra di pittura di oggi è un esempio di questo: il progetto, infatti, ci ha dato la forza per tirare fuori alcune emozioni ed alcuni sentimenti che avevamo dentro, ma che non riuscivamo a tirare fuori. La nostra mano all’inizio era un po’ titubante, ma poi è diventato qualcosa di bello: è diventato qualcosa di più che mettere soltanto i colori sulla tavolozza; è come se su ogni quadro avessimo rappresentato noi stessi.”
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