“La presenza di Foi et Lumière è stata ed è una profezia, perché spesso le persone più fragili sono scartate, considerate inutili. E la vostra profezia oggi è ancora più importante, per combattere la cultura dello scarto e per ricordare a tutti che la diversità è una ricchezza e non deve mai diventare motivo di esclusione e di discriminazione”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo stamani in udienza, nel Palazzo apostolico vaticano, i membri del movimento “Foi et Lumière international”, in occasione del proprio Giubileo.
Ricordandone l’impegno, il Pontefice ha evidenziato che “così la luce e la forza del Signore risorto hanno donato speranza a tante persone che si sentivano escluse e rifiutate, a volte anche nella Chiesa”. Ripercorrendo, poi, i cinquant’anni di vita del movimento li ha indicati come “un grande pellegrinaggio”, come “ideale continuazione del primo pellegrinaggio” a Lourdes da cui nacque. “Ed è anche un cammino ecumenico – ha aggiunto –, perché nelle vostre comunità si incontrano persone di confessioni cristiane diverse: cattoliche, protestanti, anglicane, ortodosse”. “Un segno di comunione, un seme concreto di unità. Sono proprio le persone più fragili che diventano sorgente di riconciliazione, perché richiamano noi tutti a un cammino di conversione”.
Nelle parole del Papa anche la consapevolezza che “ancora oggi nella Chiesa e nel mondo sono tanti coloro che nella piccolezza e nella fragilità sono dimenticati ed esclusi”. “Perciò vi incoraggio a portare avanti, con la forza dello Spirito Santo, la vostra presenza accogliente; le vostre comunità siano sempre luoghi di incontro, di promozione umana e di festa per tutti coloro che ancora si sentono emarginati e abbandonati – è l’auspicio di Francesco –. Per le famiglie che vivono l’esperienza della nascita di un figlio con disabilità, possiate essere segno di speranza, perché nessuno si chiuda in sé stesso, nella tristezza e nella disperazione”. E, infine, ancora un incoraggiamento “a non isolarsi e chiudersi, ma partecipare alla vita della Chiesa nelle parrocchie e nei quartieri, portare la vostra esperienza e testimoniare la scelta di Dio per gli ultimi, i piccoli, gli esclusi”. Ad essere “sempre strumenti di riconciliazione e di pace, soprattutto là dove ci sono conflitti e divisioni”.
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