SAN BENEDETTO DEL TRONTO
– L’economia italiana sembra finalmente avviarsi fuori dal tunnel in cui era incappata a causa del covid. Dopo tanti affanni ci sono segnali positivi di ripresa e non mancano giovani imprenditori che con baldanza e entusiasmo si trovano ad avviare nuove attività, come nel caso del Fabrick, a ridosso dell’area portuale di San Benedetto del Tronto. Abbiamo chiesto ai titolari del locale di raccontarci come hanno dato vita a questa esperienza lavorativa: «L’idea di avviare il Fabrick è partita più di un anno fa, alla fine dell’estate 2020, dopo l’esperienza di gestione di un locale nel centro, ovvero il B77. La nostra quadra è composta da 5 soci e 12 dipendenti. In cucina 2 ragazzi preparano il sushi mente uno assortisce i taglieri. Vista la vicinanza con l’Istituto Alberghiero abbiamo alcuni ragazzi che studiano durante la settimana lì e nel week-end ci danno una  mano, gli altri dipendenti hanno alle spalle già altre esperienze lavorative. Nel fine settimana un dj accompagna i nostri aperitivi. La nostra clientela appartiene soprattutto alla fascia over 30 ed è slegata da tutti i problemi che riguardano la movida. Nei week-end abbiamo sempre il personale di sicurezza, che tuttavia non è mai dovuto intervenire a causa di situazioni fuori dalle righe».

Ma come immettersi in un mercato che apparentemente sembra già saturo e per di più in una situazione economica generale palesemente sfavorevole? «Volevamo allontanarci dal centro perché lì c’è troppa concorrenza. Ormai nel giro di 4 o 5 mesi c’è l’apertura di un nuovo locale e avevamo il desiderio di uscire dal centro per distinguerci, in modo tale che i clienti vengano proprio da noi e non per puro caso perché si imbattono in un locale durante una passeggiata. Nei mesi di settembre/ottobre 2020 c’è stata una nuova chiusura a causa del lockdown, ma l’attività era avviata e avevamo fiducia che prima o poi il peggio sarebbe passato. Abbiamo preso un locale già esistente, che però era stato chiuso e per noi è stata una sfida perché abbiamo iniziato tutto da capo, modificando il locale: da una scatola vuota abbiamo ricostruito un locale accogliente, grazie all’architetto Domenico Sfirro».

Come si suol dire, chi la dura la vince e così finalmente il progetto ha spiccato il volo con grande soddisfazione dei titolari: «Abbiamo aspettato di uscire dalle misure restrittive imposte dalla situazione pandemica che prevedevano la chiusura del locale alle 22.00, perché volevamo lavorare con il locale nel pieno della sua efficienza, e così abbiamo aperto il 26 aprile 2021. Il primo mese è stato un po’ complicato in quanto lo spazio interno era interdetto ai clienti e specialmente la mattina non si lavorava molto in quanto le persone erano ancora un po’ intimorite dalla situazione pandemica. Poi invece l’estate ci ha dato una bella mano e abbiamo iniziato a lavorare a pieno ritmo e abbiamo iniziato a farci conoscere. Riteniamo di aver lavorato bene, poiché siamo cresciuti in breve tempo. Contrariamente alle nostre aspettative il locale è stato frequentato da moltissimi turisti e nonostante le restrizioni dovute al greenpass sono molte le persone che hanno frequentato il nostro locale negli ultimi mesi».

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