CASTIGNANO – Anche papa Francesco aveva chiesto di sospendere l’esecuzione di Ernest Johnson, avvenuta nella prigione di Bonne Terre nel Missouri il 5 ottobre scorso, ma il governatore di quello Stato ha respinto le lettere firmate da migliaia di persone e ordinato l’uccisione dell’uomo per iniezione letale, facendo vincere ancora una volta la logica aberrante della pena di morte. Ernest aveva 61 anni e quando ne aveva 37 uccise tre persone durante una rapina: una cosa orribile senza dubbio e fonte di sofferenza. Ma il problema che ha generato la richiesta di clemenza poggiava sul fatto che Ernest doveva essere considerato alla stregua di un disabile grave, perché aveva la capacità intellettuale di un bambino e i suoi atti non procedevano da una coscienza pienamente certa, con atteggiamenti disarticolati e non pienamente volontari. Tutto ciò non è bastato a cambiare la condanna a morte a favore di una riabilitazione e accompagnamento psicologico della persona e la giustizia ha imboccato la via più facile, quello della vendetta, infierendo su questo fragile uomo di colore (ancora una volta un uomo di colore!).
In questi giorni, dopo aver pregato per Ernest mi son fatto due conti e ho notato che la disabilità mentale non è assolutamente una colpa, dal momento che nel mondo vi sono migliaia e migliaia di persone che impunemente governano le sorti dell’umanità e le nostre vite quotidiane con un “quoziente umano” (non dico intellettivo, ma vorrei dirlo) molto basso. E mi riferisco a quelli che gestiscono le grandi finanze delle banche o aprono e chiudono i rubinetti del petrolio a loro piacere, a quelli che inquinano il mondo e distruggono le Amazzonie per i propri affari commerciali, a quelli che controllano i flussi migratori per speculare sulla pelle di gente in difficoltà, a quelli che schiacciano i diritti umani e civili di intere nazioni, a quelli che fanno uso della violenza in nome di malate ideologie politiche e pseudoreligiose, a quelli che vendono le armi come fossero bruscolini, a quelli che ogni giorno manipolano le coscienze con i social, a quelli che incentivano il consumismo di una parte del mondo e ne affamano il resto, a quelli che rubano le vite dei giovani con paradisi artificiali di ogni tipo, a quelli che si siedono sulle poltrone di comando e non si schiodano mai da esse, a quelli che parlano continuamente di diritti civili e snobbano le fasce deboli dei bambini e anziani, a quelli che chiudono le fabbriche per andare a sfruttare altrove, a quella decina di “padroni del mondo” che fanno fessi otto miliardi di uomini e donne e li troviamo ogni giorno sulle televisioni di tutto mondo.
In confronto a tutta questa disabilità umana e mentale, il povero Ernest era una cima di intelligenza. Ma lui l’hanno fatto fuori.
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