Di Daniele Rocchi
Papa Francesco sarà a Cipro nei giorni 2-4 dicembre e in Grecia dal 4 al 6 dicembre. È la seconda volta che un Pontefice si reca a Cipro, dopo la storica visita di Benedetto XVI nel 2010, ed è la seconda volta che Papa Francesco visita la diocesi del Patriarcato latino di Gerusalemme, dopo il suo viaggio in Terra Santa nel 2014. L’annuncio è arrivato oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede ed è stato accolto con soddisfazione dalle Chiese locali.
Patriarcato latino Gerusalemme. Per l’occasione il Patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, ha indirizzato una lettera ai fedeli in cui definisce questo evento “un tempo pellegrinaggio e incontro” e ricorda che “il dialogo, l’incontro e l’accoglienza, sono i caratteri salienti della vita e della storia di Cipro, nonché dell’attuale cammino sinodale”. L’isola, nel suo piccolo, “da un lato contiene in sé la ricchezza, lo splendore ma anche le contraddizioni e i drammi dell’intero Medio Oriente. Dall’altro lato è una finestra verso il mondo occidentale, con il quale ha sempre mantenuto relazioni vive. È un ponte nel quale confluiscono e si mischiano le culture orientali e occidentali, e che porta in sé la bellezza e le ferite che la storia ci ha consegnato. Una storia che, dal tempo degli apostoli fino ad oggi, ha donato alla Chiesa testimonianze di fedeltà al Vangelo”. In una dichiarazione resa al Sir il patriarca è tornato su questo concetto sottolineando che
“venire a Cipro è ribadire l’attenzione al Mediterraneo”.
“È una visita che guarda al Medio Oriente ma anche all’Occidente”. Politicamente, poi, l’isola è divisa in due dopo l’occupazione turca del 1974. A separare la parte greca e quella turca è l’ultimo muro d’Europa.
“Cipro – ricorda Pizzaballa – è l’unico Paese europeo dove esiste un muro che separa la zona di influenza greca da quella di influenza turca. È un segno, una ferita aperta nel cuore del vecchio Continente, che la storia ci ha consegnato e con cui dobbiamo fare i conti, anche se l’Europa tende a dimenticarlo. Il destino dell’Occidente passa anche per l’Oriente”.
“Cipro detiene in se tutte le questioni mediorientali, le divisioni, il settarismo religioso, le migrazioni, i rapporti con la sponda nord del Mediterraneo. Sono temi che, per quanto si voglia chiudere gli occhi, hanno influenza anche sull’Occidente. La visita di Papa Francesco sarà per tutti un incoraggiamento a prendere coscienza di questa realtà”. La lettera di Pizzaballa contiene anche alcune indicazioni relative al programma papale: “Oltre alle visite protocollari e di Stato, il Papa incontrerà l’Arcivescovo Chrisostomos e la Chiesa Ortodossa; ascolterà i religiosi e i sacerdoti che operano sull’isola; celebrerà una Messa per tutti i cattolici nello stadio e incontrerà realtà di migranti e profughi”.
Custodia Terra Santa. Soddisfazione è stata espressa anche dalla Custodia di Terra Santa, presente a Cipro da 800 anni e anche in Grecia. “A Cipro – ricorda al Sir il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton – abbiamo una presenza pastorale significativa: curiamo diverse parrocchie da Larnaca, Nicosia a Limassol e regolarmente andiamo a celebrare la domenica nella parte turca dell’isola per le comunità studentesche africane presenti a Famagosta e in altre zone”.
Il Custode vede “nel dialogo interreligioso, nell’accoglienza dei migranti e dei lavoratori stranieri, e nell’ecumenismo” le chiavi di lettura di questo viaggio apostolico.
Lo stesso motto della visita, “Consolaci nella fede”, ispirato al nome dell’Apostolo Barnaba, rimarca Patton, “pone il tema dell’incontro e del dialogo. Cipro – ribadisce – è un luogo dove il dialogo interreligioso può dare un contributo significativo anche alla soluzione di problemi di natura politica e diplomatica”. Da Cipro alla Grecia dove la Custodia opera nelle isole di Rodi e Kos: “abbiamo una piccola presenza, con fra’ John Luke Gregory, in prima linea nel dialogo ecumenico e nell’accogliere i migranti e i rifugiati in transito. Si tratta di un lavoro di vicinanza portato avanti senza la pretesa di risolvere problemi più grandi di noi ma solo con la volontà di restituire dignità alle persone riconoscendole in quanto tali”.
Atene e Lesbo. “Una visita attesa non solo dai cattolici del Paese ma da tutti i greci perché ci vedrà uniti intorno alla sua persona. Potremo così presentare la nostra situazione e ricevere un incoraggiamento e una parola”: è la reazione del presidente dei vescovi cattolici greci, mons. Sevastianos Rossolatos, alla visita di Papa Francesco a Cipro e in Grecia. Il viaggio, sottolinea l’arcivescovo, arriva “in occasione dei 200 anni dalla guerra d’indipendenza dall’Impero ottomano, (25 marzo 1821). Il Papa verrà per darci sostegno ed incoraggiamento. Vale la pena ricordare che i cattolici in Grecia sono una minoranza. 50 anni fa eravamo circa 50mila, oggi, con l’arrivo dei lavoratori stranieri siamo oltre 200mila, ma pur sempre una minoranza”.
“Siamo una Chiesa nuova rispetto alla tradizione e al passato e per questo abbiamo bisogno del conforto e della spinta del Papa”.
Richiamandosi al motto della visita in Grecia, tratto dal Messaggio del Papa per la 36° Giornata Mondiale della Gioventù – “Apriamoci alle sorprese di Dio, che vuole far risplendere la sua luce sul nostro cammino” – mons. Rossolatos conclude: “il tema della visita vuole dirci proprio questo: Chiesa greca apriti alle sorprese, getta le reti in mare aperto. Questo ci aiuterà anche a ritrovare la spinta ecumenica”. Dello stesso avviso anche mons. Joseph Printezis, vescovo di Naxos-Tinos, nella cui diocesi insiste l’isola di Lesbo, dove Papa Francesco è atteso per il 5 dicembre: “Per noi sarà un momento storico. Lesbo è un luogo molto a cuore a Papa Francesco perché punto di raccolta di migranti in transito verso l’Europa, in cerca di futuro e di pace. Il 5 dicembre sarà nell’isola, qui celebrerà una messa e incontrerà i migranti. Oggi ce ne sono molti di meno rispetto alla precedente visita di 5 anni fa, ma ciò non toglie nulla all’importanza e al significato di questo ritorno sull’isola. Stiamo preparando una calda accoglienza per il Pontefice”.
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